Ecco Roma tra 20 anni
«Non si volta chi alla stella è fisso», si conclude con le parole di Leonardo da Vinci «l'uomo dei grandi progetti», la presentazione del rapporto «Roma Porta dei tempi» del presidente della Commissione voluta dal sindaco Alemanno per progettare il futuro della Capitale, Antonio Marzano. Sei mesi di lavoro, sei commissioni, per fotografare la Roma di oggi e ridisegnare la grande Capitale policentrica e internazionale del 2030. Cinque «ambizioni», 14 obiettivi, 139 decisioni e 39 schede progettuali per trasformare Roma in un'unica grande Capitale archeologica, tecnologica, solidale, universale, dotata di servizi e infrastrutture che trasformeranno il maltrattato pendolare in un cittadino romano a tutti gli effetti. «In questo ultimo mese ci sono stati tre eventi straordinari - sottolinea Alemanno - un anno di giunta, nel quale abbiamo appianato i conti, il presidente del Consiglio Berlusconi che è venuto qui a spiegare la riforma di Roma Capitale, con i nuovi strumenti di governance, e ora il rapporto della commissione Marzano che ci ha fornito materiale da un punto di vista progettuale per la nostra città. Avevamo chiesto di presentare un'ampia scelta di progetti, poi le scelte sono compito della democrazia, della politica, della giunta e del Consiglio comunale, che saranno rafforzati dai poteri previsti dalla legge su Roma Capitale. È giusto vedere Roma come porta dei tempi, come punto d'incontro tra dimensioni diverse che nella globalizzazione sono rimaste separate. Anche a Roma convivono due città completamente divise. Da una parte il centro storico più bello del mondo e dall'altra la periferie abbandonate. Il lavoro della commissione Marzano si inserisce nel piano strategico per la città, e che non è finalizzato a un ciclo politico - sottolinea il sindaco - si tratta di un piano strategico a lungo termine e per questo necessita di un coinvolgimento di tutti i soggetti. Il passo successivo è dunque la convocazione, a ottobre, degli stati generali dell'economia romana dove confrontarci sugli obiettivi per lo sviluppo della città, cioè con le rappresentanze come i sindacati e le attività produttive che si possano impegnare in un grande patto e in un progetto strategico che la città non ha mai avuto. Coinvolgere negli Stati generali anche Regione Lazio, Provincia di Roma e opposizione». Il materiale fornito dalla commissione, composta tra l'altro da autorevoli esponenti del mondo economico e accademico, come Luigi Abete, Paolo Cuccia, Pier Luigi Celli, Elisabetta Spitz, Sandro Di Castro, sarà base di partenza, non certamente di arrivo. Ma come sarà Roma tra venti anni? Il punto di partenza è senza dubbio garantire una crescita urbana policentrica, non più periferie dormitorio, o aree monofunzionali ma una città policentrica con offerte diversificate. Prioritaria in tal senso la ridefinizione delle reti di trasporto, delle infrastrutture, dei nodi e dei punti di accessibilità. Un obiettivo da raggiungere anche con il decentramento delle attività direzionali con la ricollocazione delle funzioni amministrative in assi precisi, come il quadrante sud ovest e l'ex Sdo di Pietralata. Ancora, occorre potenziare il sistema universitario, con la messa in rete degli atenei che sappia guardare al futuro, investendo su formazione, ricerca, cultura e innovazione. Così come occorrerà potenziare e sostenere la crescita di un grande polo multimediale e cinematografico. Ma non solo grandi progetti strutturali, come la «rivoluzione» del trasporto pubblico, fatto di nodi di scambio, metropolitane leggere, tunnel pedonali di collegamento e parcheggi interrati lungo il Tevere. La super commissione, è entrata nei particolari della vita quotidiana, sposando lo spot dell'Expò di Shangai del 2010 «better city, better life». Città migliore, vita migliore. Ecco allora che si pensa all'ambiente con la realizzazione di un polo idrogeno, di nuovi regolamenti edilizi per la promozione di energie rinnovabili. E non solo. Nelle 39 schede progettuali si parla di una Ztl a sistema premiante per i veicoli ibridi, di un sistema di carico e scarico merci che abbia come punto di base piattaforme a ridosso del Raccordo e ancora, il ciclo dei rifiuti, con l'idea di coinvolgere la stessa distribuzione delle merci che potrebbe ritirare rifiuti «speciali» con «isole» ecologiche realizzate all'interno delle piattaforme di distribuzione. Ancora lo sviluppo del turismo che non può prescindere dalle immense risorse multimediali che la tecnologia offre: ecco allora la «città dell'archeostoria», con poli multimediali nei centri strategici, come ad esempio Ostia antica, i Fori e l'aeroporto di Fiumicino, dove si contestualizzano i monumenti da vedere anche con ricostruzioni virtuali. Nell'immaginare una città moderna, non si può poi non pensare a una vita burocratica completamente diversa, incominciando con un lavoro di censimento della normativa comunale e da qui iniziare a semplificare e riqualificare il sistema della burocrazia capitolina. Emergenza casa, ovviamente, ma anche un nuovo modello sociale di assistenza che realizzi centri di primo soccorso in ogni Municipio e il trasferimento delle strutture ospedaliere lungo il Raccordo anulare. Un rapporto complesso, insomma, accolto però timidamente dalla politica capitolina. Non solo la vistosa assenza della maggior parte della giunta alla presentazione del lavoro svolto dalla commissione, ma anche i consiglieri comunali non hanno certamente aderito in massa. A parte il presidente del Consiglio comunale, Marco Pomarici, a fare gli onori di casa, si sono intravisti pochi eletti. Assente il capogruppo Pdl, Dario Rossin e praticamente a rappresentare l'opposizione soltanto Andrea Alzetta (Sa) e Maria Gemma Azuni (gruppo misto). Assente tutto il Pd. Eppure i commenti non sono mancati. Tra i primi il segretario regionale del Pd, ed ex assessore all'Urbanistica, Roberto Morassut: «Dopo 7 mesi di lavoro viene presentato un documento che, nelle parole d'ordine, ricalca molte delle linee strategiche del centrosinistra dal 1993 al 2008. Questa Giunta si conferma senza idee e inadeguata sul piano amministrativo». Per il capogruppo Pd in Campidoglio, Umberto Marroni: «si tratta di una versione aggiornata del libro dei sogni di Alemanno», mentre per gli unici consiglieri dell'opposizione presenti, «sembra proprio che la montagna abbia partorito un topolino», commenta la Azuni; «una bella sfida su come Alemanno stia uccidendo la politica in questa città», aggiunge Alzetta. Dal mondo sindacale l'unico a commentare è il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio Claudio Di Berardino che giudica i lavori della Commissione Marzano «un'occasione mancata». Fanno scudo Confcommercio Roma, con Pambianchi «adesso Roma è pronta per il salto di livello», i consiglieri capitolini e il partito romano del Pdl. Il rischio, insomma, è quello di trasformare un lavoro squisitamente tecnico in una bagarre politica, dove si bocciano progetti, non si valutano idee che pure potrebbero contribuire a cambiare il volto di Roma e trasformarla in Capitale. Un appello rinnovato ieri dal sindaco Alemanno, che non a caso ha già annunciato la convocazione degli stati generali e ricordato che sarà poi, sempre e comunque, il Consiglio comunale a prendere le decisioni finali. La commissione Marzano ha fornito delle idee, spetta poi alla politica, non solo formulare progetti con il contributo delle forze produttive della città, ma trasformare le scelte in realtà. Una sfida che non può essere affidata ad altri.