Arrestati a Bari due leader di Al Qaeda
C'era anche il testamento di un aspirante kamikaze tra i documenti trovati a due stremisti islamici con passaporto francese fermati a Bari. I due estremisti bloccati nel novembre scorso mentre tentavano di far entrare clandestinamente ciqnue immigrati sono rislutati essere due elemnti di spicco della rete di Al Qaeda in Europa. «I due arrestati - ha spiegato il prefetto Carlo De Stefano, direttore del Servizio centrale polizia di prevenzione - avevano un ruolo di primo piano nell'organizzazione terroristica, anche per il loro buon livello culturale. La mole di documentazione sequestrata ci dimostra che operavano in maniera scientifica per il proselitismo e il reclutamento». Il siriano Ayachi Bassam Sheikh, imam del Centro islamico di Bruxelles, e l'ingegnere informatico francese Raphael Gendron, nome da convertito Oussama Al Afgani, da tempo residenti in Belgio, erano stati arrestati a Bari nel novembre 2008 durante un controllo di frontiera, mentre cercavano di introdurre in Italia dalla Grecia cinque clandestini, palestinesi e siriani. Ayachi aveva con sé anche il figlio, un bimbo di sette anni che ha chiamato Mohammed Atta, in onore di uno degli attentatori delle Torri Gemelle a New York. «La nostra più grande soddisfazione è di aver bloccato le teste pensanti, i maestri dell'organizzazione, coloro che educavano gli aspiranti kamikaze in nome della Jihad», ha detto il capo della Digos di Bari, Stanislao Schimera. I due erano finiti in carcere con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ma dopo un controllo del materiale trovato sul loro camper e verifiche con le altre polizie europee «era emerso che si trattava di estremisti già segnalati da diverse polizie europee», ha spiegato Claudio Galzerano dell'Ucigos. Adesso i due devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. «Con questa operazione si è forse evitato qualcosa di più grave», ha detto il questore di Bari Giorgio Manari. Le indagini sono partite dal materiale sequestrato al momento del fermo nel novembre scorso. In particolare sono state trovate sei «pendrive» dalla cui decriptazione si è risaliti alla documentazione utile che riconduceva Ayachi Bassam e Raphael Gendron ad Al Qaeda. Su questi supporti informatici sono stati scoperti documenti anche «riservatissimi» che inchioderebbero i due presunti terroristi: letture e commenti di comunicati di Osama Bin Laden e discorsi di Al Zarqawi, resoconti di operazioni della resistenza irachena contro l'esercito Usa, foto di guerriglieri, manuali di combattimenti. Il materiale è in parte autoprodotto, in parte prodotto dal «Global Islamic Media Front», struttura mediatica riconducibile ad Al Qaeda. Un supporto a questo lavoro di intelligence lo hanno dato anche le intercettazioni effettuate in carcere. I due hanno parlato «di attentati all'aeroporto, di Parigi, De Gaulle. Gli attentati sono rimasti nella fase di progettazione e non sono passati alla fase esecutiva. L'arresto, al loro arrivo in camper al porto di Bari con cinque mediorientali, ha forse impedito il passaggio alla fase esecutiva. L'operazione condotta dalla Digos della Questura di Bari in collaborazione con il Servizio Centrale Antiterrorismo dell'Ucigos è stata denominata «Wassiya», testamento, proprio perché tra i documenti trovati nelle pendrive c'era un intero testamento redatto da un aspirante kamikaze, Hicham Beyayo, nome di battaglia Abu Nizil, a partire dalle cure da destinare alla famiglia dopo la sua eventuale morte in un attentato. Il documento risulta essere stato modificato nel 12 dicembre 2007. Nizal era stato arrestato insieme ad altre persone dalla polizia belga a Bruxelles l'11 dicembre 2008 con l'accusa di terrorismo internazionale. Gendrom, convertito all'Islam, traduceva i documenti e li metteva sui siti internet. È considerato la voce dell'Islam estremista di tutto il mondo francofono e dell'Europa. Il figlio di Ayachi e Gendron sono stati giudicati colpevoli nel gennaio 2009 dalla Corte europea a Bruxelles di incitamento all'odio e alla violenza contro gli ebrei, e sono stati condannati al pagamento di una multa di 2.000 euro e a un mese di carcere. I due formavano gli aspiranti kamikaze e divulgavano informazioni attraverso due siti internet.