Un ministero dedicato a Biagi
È la scelta coerente del Ministro Maurizio Sacconi anticipata dalla raccomandazione forte e chiara del Presidente Napolitano il 19 marzo scorso in occasione del convegno alla Fondazione Biagi quando invitò a lasciarsi alle spalle lo spirito di fazione. Quel medesimo concetto rimarcato nella giornata della memoria al Quirinale incontrando le vittime del terrorismo. Eppure quel maledetto settarismo ancora ammorba il dialogo sui temi del lavoro. E non solo, dal momento che ieri a Torino i muri sono stati imbrattati da scritte contro il commissario Calabresi. La decisione di Sacconi è un atto concreto di amore e rispetto del patrimonio che ci ha lasciato in dote il professore massacrato dalle brigate rosse sette anni fa e di tanti come lui che hanno sacrificato la vita per lo Stato. Un dialogo e un confronto che dovrebbe aiutare a capire meglio perché la memoria di Marco Biagi si proietta - tuttora e in una prospettiva più profonda - sullo scenario della nostra cultura giuridica, la quale - soffre ancora troppo-di impotenti nostalgie per il diritto del lavoro degli insiders, per un sistema di garanzie adatto ad un mercato del lavoro tolemaico, che non aveva ancora conosciuto la rivoluzione della globalizzazione. Quella faziosità dannosa di una scuola giuridica che riporta la realtà effettiva all’interno dei suoi canoni (sempre meno culturali e sempre più ideologici). Il ministro Sacconi, che non solo era amico del professore Biagi, si è assunto l’impegno di portarne a compimento il pensiero e le intuizioni anche nel nuovo Libro Bianco del Welfare che ha al centro la persona, la famiglia, il lavoro. Un documento che cerca di interpretare il «senso comune» del popolo che deve riprendere la coscienza di sé e del proprio ruolo, della forza dei valori di fondo, disciplinandoli e modernalizzandoli per farli incontrare con la realtà che cambia. Ricomporre il Paese significa puntare sul territorio per dare concretezza alla centralità della persona nei servizi socio-sanitari-assistenziali, nei servizi per il lavoro. Modelli di intervento efficienti e sussidiari, strumenti concreti di politiche attive che rispondono ai meriti e ai bisogni della gente consentendoci di coniugare le esigenze di sostenibilità, equità, pari opportunita, armonizzando proposte del Governo con quelle delle parti sociali. E quando le visioni, anche nell’opposizione, sono molto difformi e persino le istituzioni europee lodano le scelte di allargare la cassa integrazione, evitando la fuoriuscita dei lavoratori dalle aziende, è necessario proseguire. Se si fossero seguite le costruzioni «illuministiche» degli assegni generalizzati, ci troveremmo oggi con centinaia di migliaia di licenziamenti in più. L’originalità del Professor Biagi risiedeva nel riconoscere uguale dignità giuridica a tutte le espressioni del lavoro. L’anima, la forza, l’attualità del pensiero del giuslavorista si trova oggi più che mai nel nuovo modello di relazioni industriali e del welfare del Libro di Sacconi. Dalla parte della persona e del lavoro, sempre, ieri come oggi.