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L?intervento

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10.000firme sono state raccolte per chiedere al governo Italiano di fare tutti i passi necessari affinché l'assassino pluricondannato Cesare Battisti (da non confondersi con l'eroe dell'irredentismo Cesare Battisti) sconti in Italia le sue condanne. Con l'intervento al Quirinale, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha riproposto con forza la questione, riaccendendo quindi i riflettori su questo caso che stava per essere dimenticato, e con lui gli altri casi di terroristi condannati per contumacia e che non hanno mai scontato la pena in italia. Grazie ancora al quotidiano Il Tempo che ha intrapreso questa lunga battaglia, mettendo insieme in un convegno, proprio nel palazzo del quotidiano, esponenti di tutte le forze politiche i quali, insieme, hanno chiesto bipartisan che non si vomitasse veleno sulla giustizia italiana, come alcuni esponenti del mondo politico brasiliano avevano fatto, difendendo a spada tratta un pluricondannato per omicidio. Il 27 gennaio il nostro Ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha richiamato a Roma l'ambasciatore per consultazioni e per mettere a punto una strategia affinché la diplomazia italiana potesse fare ricorso contro le decisioni del governo Lula. Senza distinzioni di bandiere o di partito, senza distinzioni ideologiche, esponenti politici di centro, di destra e anche della sinistra non massimalista hanno sposato l'impegno del quotidiano romano a chiedere non vendetta, ma giustizia e che la giustizia stessa faccia il suo corso. Le ragioni che hanno imposto al Presidente della Repubblica di scendere in campo sono le ragioni della giustizia, una giustizia che in Italia su Cesare Battisti aveva fatto il suo corso, un corso legale per il quale lo stesso Battisti era stato condannato all'ergastolo. In queste ore Cesare Battisti ha dichiarato durante un'intervista alla TV franco-tedesca Arte, «non andrò in Italia, non arriverò vivo in Italia, ho troppa paura». Queste dichiarazioni confermano a mio avviso il ruolo spregiudicato che Battisti ha nell'intera vicenda del terrorismo, ma non ci intimorisce e può intimorire uno Stato libero e democratico come l'Italia, che ha saputo superare gli «anni di piombo» del terrorismo e che cammina oggi verso una seria riconciliazione delle parti. Battisti non sa che proprio dal Quirinale e quindi dal Presidente Napolitano, è partita un'iniziativa forte per la pacificazione, quindi le affermazioni di Battisti non scalfiscono affatto una scelta che è quella di confermare il giudizio della Magistratura che pende su un assassino, che deve scontare in carcere la sua pena; bando quindi alle interviste ed alle dichiarazioni pubblicitarie. *Senatore Pdl

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