Ddl sicurezza, domani il voto alla Camera
L'Aula della Camera voterà domani sulle tre questioni di fiducia poste dal governo sul ddl sicurezza: alle 9.30 inizieranno le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta sul primo maxiemendamento e alle 10.30 inizieranno le votazioni per appello nominale. Seguiranno quindi la seconda e la terza votazione sempre per appello nominale. Dopo la terza votazione ci sarà l'illustrazione degli ordini del giorno che saranno votati giovedì mattina a partire dalle 9. Sempre giovedì alle 11.30 inizieranno le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento trasmesse in diretta tv. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo riunitasi dopo l'annuncio del governo di porre la questione di fiducia sul ddl sicurezza. "La questione sulla costituzionalità delle norme contenute nei maxiemendamenti del governo al ddl sicurezza denunciata dall'opposizione è problematica e opinabile di conseguenza, la presidenza della Camera non può dichiarare inammissibili i tre documenti del governo su cui è stata posta la questione di fiducia. Diversamente - ha spiegato nell'Aula della Camera il presidente Gianfranco Fini - ci sarebbe il rischio infatti di ledere le prerogative dell'Assemblea". "I maxiemendamenti - ha spiegato Fini rispondendo alle obiezioni del capogruppo del Pdl Antonello Soro -riproducono il testo predisposto dalla Commissione". I casi di inammissibilità "sono circoscritti alle ipotesi di manifesto contrasto tra il provvedimento in esame e la Costituzione". In questo caso, nel ddl sicurezza, "la presidenza della Camera non rileva profili di inammissiblità per contrasto con la costituzione anche perchè, essendo problematico o comunque opinabile l'adesione alla Costituzione delle norme in esame, lungi dalla presidenza ledere le prerogative sovrane dell'Assemblea". "Pur affermandosi l'esistenza di un potere presidenziale di non ammettere al voto proposte in contrasto con la Costituzione - ha sottolineato - l'esercizio di tale potere è circoscritto e riguarda in via esclusiva i casi di salvaguardia delle garanzie interne al procedimento legislativo". Quanto all'accusa di Soro relativa alla sottrazione al voto segreto determinata dalla fiducia, Fini ha spiegato: il regolamento "esclude la questione di fiducia solo su argomenti per i quali il Parlamento prescriva obbligatoriamente le votazioni per alzata di mano o a scrutinio segreto e non ha luogo laddove lo scrutinio segreto venga concesso solo su richiesta", come in questo caso; anche perchè "la fiducia è stata posta su tre maxiemendamenti nella loro unitarietà, e questo costituisce l'esercizio di una prerogativa costituzionalmente riconosciuta all'esecutivo. La presidenza non può escludere singole parti degli emendamenti dal voto di fiducia per sottoporle al voto segreto".