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«Torniamo a parlare dei problemi reali»

Il sottosegretario Alfredo Mantovano

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Onorevole Mantovano, come dobbiamo interpretare parole del leghista Matteo Salvini? Adesso la sinistra si aggrapperà al mito di Rosa Parks per guadagnare qualche voto? «La sintesi su questa uscita dell'onorevole Salvini è stata fatta al meglio dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il quale ha detto che quella dell'esponente leghista è una battuta senza fondamento. Capisco che la sinistra è in grandissima difficoltà e non sa a cosa attaccarsi. Fino a ieri ci criticavano su Lampedusa, adesso sono dispiaciuti perché stiamo ottenendo dei buoni risultati. Ecco perché ora utilizzano questa battuta priva di fondamento dell'onorevole Salvini. Credo che lo stesso autore si sia reso conto dell'inconsistenza della sua battuta. Quelle parole non hanno nulla a che vedere con l'azione del governo. Chi vuole fare battute le faccia. Nel momento in cui Dario Franceschini evoca le leggi razziali del 1938 mi chiedo cosa potrà dire domani di più. Il segretario del Pd ha esaurito le sue cartucce». Però le critiche non venivano solo dal Pd. Nel dibattito è intervenuto anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha parlato di attacco alla Costituzione. Lo stesso hanno fatto anche altri esponenti del Pdl. «Ho visto queste reazioni, che in alcuni casi sono state dure. Su questo farei delle distinzioni. Gli esponenti del centrosinistra hanno individuato in Salvini la sintesi delle politiche del governo sull'immigrazione. Questo è il punto. È inaccettabile che le parole di Salvini diventino lo spunto per dire che solo la politica della maggioranza e del governo. Gli esponenti del Pdl questo non lo hanno fatto». Crede che questa non sia la politica della Lega? «La politica della Lega non è questa. La Lega fa le sue proposte. Chi avanza queste critiche dovrebbe distinguere tra parole in libertà ed articoli di legge, emendamenti. La discussione parlamentare sui provvedimenti sulla sicurezza attestano che questa non è la politica del centrodestra». Crede che il centrosinistra attui politiche migliori. Oggi qualcuno ha ricordato che il Pd sostiene la politica delle gabbie etniche in Alto Adige. «Bisognerebbe abbassare la polemica su questi temi perché si perde di vista la sostanza delle questioni. Questo può far male a chi utilizza certi argomenti. Ecco perché tutti dovrebbero calmarsi. Se la mettiamo su questo piano bisognerebbe dire che il sindaco di Padova Flavio Zanonato (Pd) ha eretto un muro per dividere i tossicodipendenti dagli altri cittadini. Io non attacco Zanonato. Sia l'iniziativa del muro che l'infelice uscita di Salvini stanno a testimoniare l'esistenza di problemi sui quali è necessario dare una risposta. Forse sarebbe il caso di verificare se i provvedimenti che proponiamo sono adeguati». È preoccupato per le critiche che la Chiesa ha rivolto al ddl sicurezza e alla possibile introduzione del reato di immigrazione clandestina? «Non devo essere io a ricordare che la Cei parla attraverso la voce del presidente, del segretario e del Consiglio permanente. Ci sono diversi livelli di rappresentatività. Mi pare che nessuna delle dichiarazioni che ho letto abbia le fonti che ho citato. Le dichiarazioni che ho visto sono di padre Gianromano Gnesotto, direttore della pastorale degli immigrati della Cei. Il reato di immigrazione clandestina è lo strumento essenziale, in base alle norme europee, per garantire l'espulsione. Se non si vuole arrivare all'espulsione lo si dica. Ma a questo punto siamo fuori dalla logica del buon senso. Quando in questa dichiarazione - che viene attribuita alla Cei - si parla norme sui medici si è persa qualche battuta intermedia visto che abbiamo eliminato queste norme».

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