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Posti in metro riservati ai milanesi, Fini attacca: "Offende la Costituzione"

Milano, un'immagine della metro

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Carrozze metro riservate alle donne "di qualsiasi età" e posti riservati "ai milanesi per bene di qualunque razza e colore". E' quello che "fra dieci anni saremo costretti a chiedere", afferma Matteo Salvini, se la situazione sicurezza sui trasporti pubblici meneghini continua così. "Saremo costretti a chiedere che le prime due carrozze siano riservate alle donne, e poi anche posti ai milanesi di qualsiasi razza e colore". Una proposta bocciata come razzista non solo da esponenti del Pd lombardo, ma anche dal presidente della commissione Politiche sociali di Palazzo Marino, Aldo Brandirali, del Pdl. Una proposta che manda su tutte le furie anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. "La proposta del leghista Matteo Salvini di riservare alcuni vagoni del metrò alle donne e ai milanesi offende le persone e la Costituzione a prescindere dalla razza, dalla lingua e dalla religione". E' quanto ha dichiarato il presidente della Camera durante un incontro presso la Fiera campionaria con alcuni studenti milanesi. "Basta leggere la Costituzione per capire che proposte come quella non si fanno", ha chiosato Fini dopo aver precisato che "il presidente della Camera ha il dovere di essere imparziale nel dibattito politico tra maggioranza e opposizione". Salvini, vicesegertario della Lega, però non s'arrende e rilancia proposta di una delle candidate leghiste alla Provincia, Raffaella Piccinni: "Chi critica e non ha mai usato i bus della 90, la 91 o la 64 parla a vanvera. Oppure la linea gialla della metropolitana in alcune ore della sera. Sono linee che la gente fatica a prendere". E a Brandirali, che lo accusa di inviare messaggi disediducativi a scopi elettorali, replica: "Prenda una di quelle linee a rischio e cambierà idea".   Maggioranza e opposizione però si sono da subito dimostrate contrarie alla proposta della Lega di riservare posti sui mezzi di trasporto pubblici del capoluogo lombardo ai soli milanesi. Una richiesta ai limiti dell'"apartheid", di stampo "razzista", degna del "Ku klux klan". Questi alcuni dei commenti a caldo alle frasi pronunciate oggi dal capogruppo leghista in Comune di Milano Matteo Salvini, che ha rilanciato, estendendola ai cittadini milanesi, la proposta della candidata del Carroccio alla Provincia Raffaella Piccinni, di riservare sul metrò carrozze per sole donne. Il tutto in nome della sicurezza, da sempre cavallo di battaglia della Lega. Una proposta che non è piaciuta per niente ai partiti dell'opposizione, dal Pd all'Italia dei valori, e che ha portato il capogruppo in consiglio comunale Pierfrancesco Maiorino a scrivere una lettera al sindaco di Milano Letizia Moratti per chiederle di rompere la giunta con la Lega perché, spiega, "non si può governare Milano con chi predica l'intolleranza, e lo dico a prescindere dal fatto che sto allo'opposizione: chi governa la città non puoò seminare odio". Per Maiorino, comunque, si tratta di una proposta degna di "Sudafrica dell'apartheid", ma anche "patetica, perché fatta per raccogliere qualche voto in più". La sortita di Salvini è stata bocciata a Milano anche da diversi esponenti del centrodestra: "E' un delirio a sfondo elettorale - osserva Silvia Ferretto Clementi, esponente storica della destra milanese, ora al gruppo misto - Condivido la necessità di garantire la sicurezza sui mezzi pubblici. Ma evidentemente deve rivolgersi al suo ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che in quanto tale ha il dovere di garantire la sicurezza". Una proposta bocciata come razzista non solo da esponenti del Pd lombardo, ma anche dal presidente della commissione Politiche sociali di Palazzo Marino, Aldo Brandirali, del Pdl, e da Giulio Gallera, che si è rifiutato di commentare proposte "razziste". Anche il presidente del Consiglio Comunale Manfredi Palmeri prende le distanze dal deputato leghista: "L'unica razza che esiste è quella umana", osservando che la proposta "si presta ad essere strumento di cattivi maestri, una sorta di clava".

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