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L'Onu: Tripoli non ha firmato l'accordo sui rifugiati

Tragedia in mare 500 immigrati dispersi

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La «svolta storica» non è piaciuta all'Unhcr. L'Alto Commissario Antonio Guterres ha espresso «grave preoccupazione» e «profondo rammarico per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato lo svolgersi di questo episodio». Il riferimento è ai migranti rispediti in Libia. «È di fondamentale importanza - ha riferito Guterres - che il principio internazionale di non respingimento continui ad essere integralmente rispettato». Ha quindi ricordato che la Libia non ha aderito alla Convenzione sui rifugiati del 1951, non dispone di un sistema nazionale d'asilo efficiente, ed ha esortato «le autorità italiane a riconsiderare la loro decisione e a far sì che questa prassi non si ripeta». Le norme sulla sicurezza proposte dal governo «sono fortemente xenofobe e razziste» e «sorge anche un sospetto: che questo sia dovuto a ragioni elettorali, per portare a casa comunque un risultato, da far valere alle elezioni, poco importa se questi provvedimenti sono disumani e creeranno altri problemi»: dura posizione del direttore di «Famiglia Cristiana», don Antonio Sciortino, che da mesi - sul settimanale dei Paolini - sta affrontando il tema della sicurezza e in non poche occasioni ha criticato l'operato dell'esecutivo. «Questi provvedimenti tentano più all'espulsione che all'integrazione, e a discriminare gli stranieri - dice Sciortino - tutto ciò che a che fare con i clandestini diventa reato. Bisogna veramente cambiare politica, perché questa politica discrimina soprattutto i bambini sui banchi di scuola, che dovrebbe essere il luogo che favorisce il confronto naturale e l'integrazione». E gli enti di tutela dei rifugiati riuniti nel Tavolo Asilo chiedono spiegazioni urgenti al governo su quanto accaduto e «pretendono» informazioni sulla sorte dei 227 migranti. Amnesty Italia, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cir, Federazione delle Chiese Evangeliche, Medici Senza Frontiere e Save the Children: «Le modalità alla base dell'operazione, svolta in aperta violazione delle norme che tutelano i richiedenti asilo dal respingimento - affermano - non sono note». E mentre per Massimo D'Alema (Pd) è difficile confrontarsi in modo razionale con una destra che cavalca sentimenti irrazionali di paura venati di razzismo», il portavoce Idv, Leoluca Orlando dice: «vorremmo, come in qualunque altro Paese europeo, che anche in Italia si rispettassero gli immigrati come persone umane. Un conto è la difesa dei confini nazionali, cioè impedire ad uno straniero di entrare nel nostro territorio illegalmente, e la difesa di coloro che sono già dentro i confini; un altro è l'espulsione, cioè allontanamento nel rispetto delle regole, di chi è entrato irregolarmente; del tutto inaccettabile è, invece, la deportazione perchè viola i diritti fondamentali della persona. I radicali, invece, sono pronti a denunce in sede internazionale contro i rimpatri forzati di immigrati. E il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione: «Purtroppo il governo italiano è riuscito a mettersi dalla parte del torto anche in una questione sulla quale aveva sostanzialmente ragione. Non è possibile rimandare indietro queste persone senza aver fatto un primo esame delle domande di asilo che possono essere presentate da alcuni di questi migranti per distinguere tra immigrato illegale e richiedente asilo o persona che ha diritto a una protezione giuridica internazionale».

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