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Berlusconi: "Voglio bene a mia moglie però ammetta di aver sbagliato"

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi

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Non lo dice a chiare lettere ma, leggendo bene tra le righe, il messaggio è chiaro: «A mia moglie voglio bene. A questo punto ammetta l'errore - perché di questo si tratta - e chieda scusa, pubblicamente». Berlusconi non ha dubbi: siamo davanti ad una trappola, pensata ed organizzata ad hoc per colpire il presidente del Consiglio, «l'avversario», un tranello nel quale Veronica è cascata in pieno.  Ed è per questo che lui, lo dice, lo ripete, e lo ripete ancora: entrambi i capi di accusa lanciati dalla moglie sono falsi, «quindi non veri». Il primo, il caso veline. Nessuna ragazza, da definirsi tale, era stata inserita nell'elenco dei possibili candidati per le europee. «Premesso che io non ho nulla contro le ragazze che fanno questo lavoro magari per mantenersi agli studi. Detto ciò, nelle liste c'erano solo persone plurilaureate, preparate e, in qualche caso, anche con notevole esperienza in politica comunitaria». Che siano state cancellate in un secondo momento? Bruno Vespa prova a incalzare. «Non credo proprio - replica il premier -. I tre coordinatori avevano un elenco di 100 persone e dovevano arrivare a 72». Quindi, ci sono state 28 persone eliminate, «ma, indistintamente, uomini e donne». Anche perché, e questo Berlusconi tiene a spiegarlo bene, i parametri utilizzati per i candidati europei sono gli stessi utilizzati per la politica italiana, «e quindi sono quelli della Gelmini, della Carfagna, della Ravetto, tutte donne che nel Parlamento italiano bagnano il naso agli uomini con presenze che sfiorano il 98 per cento». Il secondo caso incriminato: la festa di compleanno di Noemi Letizia. Anche qui, tutte bugie, un caso montato ad arte. La first lady, nell'annunciare le sue intenzioni di divorzio, accusava il marito «di frequentare delle minorenni». Parole che non vanno giù al premier. Accuse che lui continua a respingere, raccontando minuto per minuto la famosa sera napoletana: dal rapporto con il padre di Noemi, al suo essere parte integrante della festa, dalle foto che ha fatto quella sera («tante e con tutti, anche gli uomini della cucina e i titolari del ristorante») alla sua certezza sull'equivoco, causato dalla stampa, «quella di sinistra», nello specifico «Stampa e Repubblica». Mentre il capo del governo risponde alle domande di Bruno Vespa, nello studio di Porta a Porta ha dietro di sé un grande fermo immagine dal titolo emblematico: «Adesso parlo io». Ne ha voglia e si vede, pur senza entrare troppo nei dettagli della questione privata, «per la quale mi sembra doveroso tacere». Vestito blu, cravatta a pois bianchi e un foglio bianco. Ha un'espressione tesa, concentrata. Berlusconi è pronto a sciorinare tutto il suo privato, a rilanciare la palla nel giardino di Villa Visconti a Macherio, dove risiede sua moglie Veronica. Il premier non pronuncia mai la parola «divorzio», come invece ha fatto sua moglie. Lui parla di «una storia che è finita o che sta per finire», grazie ad un «tranello mediatico» ordito dalla sinistra. E quando poi il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, ospite anche lui della puntata, gli fa notare come magari si poteva evitare di andare ad una festa di compleanno «tenendo conto del ruolo istituzionale che ricopre», Berlusconi non esita neanche un attimo, ed esprime davvero quello che ha dentro: «Se non parlassi più con la gente, se non andassi alle feste o nei ristoranti rinuncerei ad essere me stesso. E non rispetterei le promesse amicali fatte. Io sono un uomo come tutti gli altri». Per tutta la puntata il clima è questo. Gli intervistatori che provano a fare domande su cosa accadrà adesso, e lui che continua a battere sulla questione «sono tutte bugie». Quando vede le immagini dei trent'anni di matrimonio, con una giovanissima Veronica su di un palcoscenico teatrale, i suoi figli da piccoli, alcune foto della loro via coniugale, nel suo commento l'emozione si percepisce: «A mia moglie voglio un mare di bene e sul rapporto con lei non voglio aggiungere altro». Parole tenere anche sui figli: «Anche ai miei ragazzi voglio il bene più totale, sono per loro un padre straordinario ed amatissimo e mi dispiace siano stati portati in mezzo». In origine la puntata di Porta a Porta doveva essere dedicata all'emergenza Abruzzo (oggi è un mese dal terremoto), facendo anche una sorta di bilancio di quanto fatto dal governo a un anno esatto dal suo insediamento. Non solo. Berlusconi aveva anche un'agenda già fissata (con un probabile incontro con il capo dello Stato sull'allargamento della squadra di governo), cambiata poi per la partecipazione al programma televisivo. Era troppo importante dire a tutti come stanno davvero le cose. Era troppo importante lanciare forse a Veronica un sottile invito a deporre l'ascia di guerra, ammettendo semplicemente di aver sbagliato. Berlusconi non teme di perdere consensi a causa di questa vicenda. Così come non teme di perdere la simpatia dei cattolici, anzi precisa che «il governo ha con il Vaticano i migliori rapporti che mai ci siano stati». In quella che ormai è diventata la dinasty italiana, difficile prevedere le prossime puntate. Di certo, il legale della signora Lario, l'avvocato Maria Cristina Morelli ha già cominciato a lavorare al caso, mantenendo ovviamente il massimo riserbo su tutto. L'ipotesi più ricorrente è quella di tentare di trovare un accordo da tutte e due le parti e scegliere una separazione consensuale. Insomma, pare che la volontà sia quella di non andare alla guerra ma di attendere che la bufera passi per poi fare le opportune valutazioni. Tenendo comunque tutto «in una dimensione privata», evitando così un lungo contenzioso.

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