Sicurezza, la spunta Fini

{{IMG_SX}}Sul disegno di legge sulla sicurezza il governo è pronto a mettere la fiducia, tanto che è stato convocato per questa mattina il Consiglio dei ministri per ufficializzarlo. È vero che la richiesta, avanzata dal presidente della Camera Gianfranco Fini, di eliminare la norma sui "presidi-spia" è stata accolta, ma le modifiche decise in un'interminabile riunione di maggioranza per alleggerire il testo, evidentemente non sono bastate a garantire la compattezza del centrodestra. E così il ministro dell'Interno Roberto Maroni l'ha spuntata: sul ddl-bandiera della Lega ci potrebbero essere addirittura tre voti di fiducia. Anche se le votazioni potrebbero cominciare dalla prossima settimana. Alla decisione di ricorrere alla fiducia, almeno ufficialmente, non si è arrivati subito nella riunione di maggioranza, convocata presso il gruppo del Pdl alla Camera. Ma si è lasciato che la prendesse il premier, che pure ieri è stato impegnato, a dir la verità, su altri fronti. Nell'incontro - al quale hanno preso parte i ministri Angelino Alfano, Roberto Maroni, Ignazio La Russa ed Elio Vito; i capigruppo di Lega e Pdl di Camera e Senato - si sono stabilite le modifiche da apportare al testo. Prima tra tutte quella che riguarda i "presidi-spia". Il centrodestra ha raggiunto insomma un compromesso: il reato di clandestinità resta, perchè per la Lega è un punto irrinunciabile, ma per evitare che i presidi possano denunciare gli studenti irregolari, famiglie comprese, si è pensato di non chiedere obbligatoriamente il permesso di soggiorno per l'iscrizione alla scuola dell'obbligo che ormai è fino a 16 anni. Ma non è questa l'unica modifica che sarà apportata al ddl. Una mediazione si ottiene anche sulla norma anti-racket che aveva diviso Lega-Pdl e governo. Si ritorna alla versione già approvata al Senato, ma con una modifica: se l'imprenditore vorrà partecipare ad una gara d'appalto dovrà sempre denunciare eventuali tentativi di estorsione. Ma non sarà punibile se verrà ravvisato lo «stato di necessità». Cioè se magari era stato minacciato un congiunto. In questo caso, infatti, non scatta l'obbligo di denuncia. Infine, non ci sarà più l'obbligo di avere una casa «igienicamente e sanitariamente» a prova di bomba per avere l'iscrizione all'anagrafe. Maroni si dichiara soddisfatto per la «compattezza raggiunta all'interno della maggioranza», ma spiega che «esagera chi dice che ha vinto la linea di Fini». Anche Alfano ostenta ottimismo osservando che con il "sì" al ddl «si chiude un cerchio» che si era aperto sul fronte della sicurezza «un anno fa al Cdm di Napoli». L'opposizione invece protesta e chiede, come il segretario Udc Lorenzo Cesa, di rinunciare alla fiducia. Il leader Pd Dario Franceschini, solidarizzando con le forze di polizia che manifestano davanti alla Camera, osserva che c'è qualcosa di sbagliato «in un Paese in cui la polizia manifesta per poter fare il proprio lavoro». In particolare, il centrosinistra punta il dito anche contro la legalizzazione delle ronde e il prolungamento a sei mesi della permanenza nei Cie: norma già bocciata per due volte in Parlamento.