Maroni gela il Pd: «Impossibile una legge prima del referendum»
Noncapisco come si possa davvero pensare che una vittoria del sì al referendum apra la strada ad una modifica dell'attuale legge elettorale. È del tutto evidente che ci terremmo il nuovo porcellum una volta che sia stato approvato dai cittadini italiani». Nel Partito Democratico ognuno sembra così seguire la propria strada sulla consultazione che dovrebbe cambiare la legge elettorale. E c'è anche chi, come Arturo Parisi, immagina di poter cambiare la legge prima del referendum. «Non capisco chi tra noi dice "è troppo tardi". Solo chi pensasse che il referendum è un fine e non un mezzo può andare all'appuntamento referendario senza aver provato tutte le vie ordinarie». «Perché allora non fermarsi tutti un momento e modificare la legge attuale con un sol articolo? — prosegue Parisi — al referendum mancano ancora 46 giorni. Il cambiamento introdotto nella legge europea e quello sullo svolgimento del referendum dimostrano che il tempo è sufficiente». Ma proprio il ministro Roberto Calderoli ieri ha chiuso la porta a qualsiasi possibilità di poter approvare una nuova legge elettorale entro la data della consultazione. «Le possibilità di modificarla prima del referendum sono zero. Il Pd confronti l'attuale legge, che a questo punto andrebbe rivalutata, e quella che uscirebbe dal referendum. Con il sì il Pd dice che l'esito del referendum gli piace e che dunque gli va bene che ci sarà sempre e solo una maggioranza». «Con la legge che esce dal referendum — prosegue Calderoli — se il Pdl e la Lega vanno separati ma poi si alleano dopo il voto, abbiamo conteggiato che alla Camera avremmo i 2/3 dei parlamentari e quindi potremmo cambiare la Costituzione da soli». Contro il Pd e la sua linea «ondivaga» si schiera anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: «Se vince il sì — spiega — è chiaro che il giorno dopo si sciolgono le Camere e si va a nuove elezioni». Il Pd, prosegue, dimostra di essere «un partito di dilettanti allo sbaraglio quando sostiene che se vince il sì si deve rifare la legge. Il Pd che voterà sì si prepara a santificare Silvio Berlusconi che diventerà Santo subito. Noi faremo la battaglia contro questo referendum che consideriamo un truffa, che consegnerà il paese nelle mani di Berlusconi che non avrà neanche più bisogno del contributo della Lega. A volte, però, il troppo stroppia e anche una piccola goccia può far tracimare un vaso che è già pieno». «Molta gente ha capito che si sta esagerando — ha concluso Casini — e noi faremo la propaganda contro il referendum per evitare che si consegni il paese nelle mani di una sola persona».