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Abruzzesi più forti del sisma

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Nel nostro cuore è tristemente attuale il ricordo dei nostri concittadini che il terremoto ci ha portato via. In questo mese di profonda tristezza, ci siamo ritrovati uniti nel dolore. Insieme abbiamo sofferto, abbiamo lottato, siamo tornati a sperare. L'Aquila, in questi giorni, non si è mai arresa. Già dalle ore immediatamente successive al sisma, la città si è rimboccata le maniche ed ha ripreso a vivere. Dalla Scuola sottufficiali della Guardia di finanza, che ringrazio per l'ospitalità ed accoglienza, abbiamo abbozzato le prime reazioni contro quel nemico subdolo che ci aveva colto di sorpresa nella notte della domenica delle Palme. Il sisma, in questi giorni, ci ha fiaccato con le sue continue scosse che hanno il potere di minare un sistema nervoso già duramente provato. Colgo l'occasione di questa ricorrenza per ringraziare la Protezione civile, i Vigili del fuoco, le forze dell'ordine, la Croce rossa ed i volontari, le forze di Polizia ed i militari (14 mila in tutto che, accorsi in massa, hanno provveduto ai primi soccorsi. E ringrazio l'intera comunità nazionale per la generosità e l'impegno di questi giorni. Giorni in cui L'Aquila non si è mai sentita sola. Esulando dall'aspetto più propriamente emozionale mi preme sottolineare la grande serietà dimostrata dalla classe politica locale. Tutti, Regione, Provincia e Comune dell'Aquila, istituzioni minori, al di là del colore, si sono adoperati per giungere a decisioni tempestive e condivise per il bene della collettività. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato nelle zone terremotate una decina di volte e, considerando i suoi numerosi impegni, è davvero molto. Ministri e sottosegretari hanno rivolto a noi la loro attenzione per assicurare interventi mirati, ognuno nel settore di competenza. E poi, la visita del Santo Padre, che ha portato a credenti e non il conforto della parola di Dio e quella personale, in un momento in cui anche la fede era sembrata cedere. Ora, a distanza di un mese, si fanno i primi bilanci e si riflette. L'Aquila non ha più un cuore materiale: non ha più un centro storico, non ha più i negozi, non ha più le attività economiche e professionali che vi ruotavano intorno. Ma ha ancora voglia di fare. Si sta ricominciando dalla periferia, da quella parte dove il danno è stato più contenuto. Lentamente si sta tornando ad una quotidianità più normale, per quanto sappiamo che la vera normalità non la riavremo mai più. E si progetta la ricostruzione. Gli aiuti economici non mancano. Dall'Unione europea e dallo Stato sono stati assicurati fondi sufficienti. La settimana scorsa, il presidente Berlusconi è venuto qui ad illustrare il decreto contenente le direttive sui primi interventi da porre in essere. E' un ottimo decreto, ma migliorabile. Per questo stiamo studiando eventuali emendamenti per renderlo più rispondente alle attuali esigenze del territorio. Entro maggio tornerà in parziale attività l'ospedale "San Salvatore", travolto dai cedimenti strutturali e dalle polemiche. E prima dell'inverno saranno consegnate agli sfollati le prime case. Lo ha promesso il premier. Ci stiamo impegnando tutti per renderlo possibile: è la priorità assoluta. In spazi di fortuna o in container stanno lentamente ripartendo anche le attività produttive. Un buon segno per rimettere in moto l'economia. L'Aquila, siamo consapevoli, non tornerà più quella di una volta, ma sarà più bella e sicura. Il danno al patrimonio storico, artistico ed architettonico è irrecuperabile. Ma dal dramma potrebbero anche scaturire opportunità importanti, per il tessuto industriale e produttivo cittadino. Gli aiuti statali, europei ed internazionali, la disponibilità di imprese ad investire nel territorio rappresentano delle chance uniche. Da parte di tutti noi occorre molta forza di volontà, molta determinazione, molto morale. Rimettersi in piedi è possibile, anzi, è doveroso. Con la tenacia e la dignità che ci ha sempre contraddistinto. Quella stessa dignità che tutti ci hanno riconosciuto. Anche a Bruxelles, dove mi sono sentito veramente orgoglioso di essere abruzzese. Onoreremo questo 6 maggio con un Consiglio regionale straordinario alla presenza del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Poi ci prepareremo ad ospitare un evento di rilevanza internazionale, il G8, con i capi di Stato più influenti della Terra. Andremo avanti così senza demoralizzarci (oggi i nemici sono i pessimisti), ma facendo di tutto affinché lo sguardo del Mondo sulla nostra città non venga mai distolto. Lo dobbiamo a noi stessi e a quanti oggi non ci sono più. Gli abruzzesi sono e saranno più forti del terremoto.

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