Le accuse della "signora", il dolore di Silvio
Dopo una settimana all'insegna di interrogativi, di ipotesi e strategie, cala il sipario. Tutto comincia martedì scorso, quando Veronica Lario, in una dichiarazione all'Ansa, definisce «ciarpame senza pudore» l'uso delle candidature delle donne che a suo avviso si stava facendo per le elezioni europee. «Voglio che sia chiaro - spiega - che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». Alla domanda su cosa pensa del ruolo delle donne in politica, alla luce delle polemiche di queste ore, Veronica Lario risponde che «per fortuna è da tempo che c'è un futuro al femminile sia nell'imprenditoria che nella politica e questa è una realtà globale. C'è stata la Thatcher e oggi abbiamo la Merkel, giusto per citare alcune donne, per potere dire che esiste una carriera politica al femminile». E ancora: «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere». La signora Berlusconi prende anche l'iniziativa di parlare della notizia, pubblicata lo stesso giorno da la Repubblica, secondo cui il premier sarebbe stato domenica notte in una discoteca di Napoli a una festa di compleanno d'una ragazza di 18 anni: «Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perchè non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato». Parole alle quali Berlusconi, a Varsavia per il summit del Ppe replica in modo laconico: «Mi dispiace che la signora si sia fatta influenzare dai giornali». Detto questo, «tra moglie e marito non mettere il dito». Poi l'epilogo, rivelato ieri dai quotidiani Repubblica e Stampa. Nell'annunciare il divorzio Veronica Lario ha fornito altri elementi di prova a carico del marito: «Non posso stare con un uomo che frequenta minorenni». Non basta, «la signora» fa sapere anche di aver tentato di «aiutare» suo marito e di aver «implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene», ma «è stato inutile».