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Il Pd tace, la Bindi attacca «No all'immunità morale»

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IlPd tace. O meglio tacciono i suoi dirigenti. Il Partito Democratico preferisce non prendere una posizione ufficiale sulla vicenda del divorzio tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi e non sfruttarla a fini politici. L'unica che prova ad alzare i toni è la deputata Rosy Bindi: «Sotto accusa non ci sono solo le scelte private di un marito — attacca — ma la connivenza morale e culturale di un Paese che non si indigna e non reagisce di fronte alla pretesa immunità morale del proprio presidente del Consiglio». «È certamente una vicenda privata — prosegue — ma le motivazioni della signora Lario non sono solo private e devono fa riflettere. Chi ha un ruolo pubblico e di governo non può pensare di confondere senza alcun pudore sacro e profano con la certezza che tutto sarà archiviato come se niente fosse o magari con un incremento di popolarita». Gli altri esponenti del Pd che scelgono di commentare preferiscono attaccare i telegiornali della Rai «colpevoli» di non aver dato in apertura la notizia del divorzio. «È giusto chiedersi: il divorzio annunciato dalla signora Berlusconi è un fatto privato? — commenta Enzo Carra — Una notizia che fa il giro del mondo, una questione di cui tutti parlano, un problema che investe l'uomo più potente d'Italia e che può modificare gli equilibri del suo potere personale, è un fatto privato?». «Certo lo è per i telegiornali Rai che in queste ore hanno dato la notizia in coda a tutte le altre - prosegue - Naturalmente le notizie sul traffico e quelle del meteo hanno la precedenza, ma anche questa vicenda può essere affrontata dai giornali e dalla politica senza ipocrisia, senza un finto perbenismo, senza strumentalizzazioni politiche». Una polemica che «cavalca» anche Giuseppe Giulietti, parlamentare dell'Italia dei Valori e portavoce dell'Associazione Articolo 21: «Alcuni dei principali tg non hanno dato o hanno liquidato in pochi secondi la dolorosa vicenda privata del presidente del Consiglio». «La stessa sobrietà — rileva — non è mai stata riservata agli altri comuni mortali. Peccato che la vicenda sia già sulle prime pagine dei giornali e sui siti di tutto il mondo. Del resto fu proprio la destra americana a non considerare una dolorosa vicenda privata quella che colpì il presidente Clinton. Siamo sicuri — conclude Giulietti — che il pentimento postumo di tanti media non abbia legame alcuno con la proprietà diretta o indiretta degli stessi media». Più cauto Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori del Pd, che sembra invece riassumere la linea ufficiale tenuta dai Democratici: «Il Pd è un partito di persone serie — commenta — sappiamo tenere distinto lo scontro politico dalle vicende personali». Sceglie invece la strada della polemica Vittorio Sgarbi sindaco di Salemi e canditato dell'Mpa di Raffaele Lombardo alle europee: «Veronica si conferma come il vero capo dell'opposizione». «Per il leader di un partito che sostiene la famiglia e i valori cristiani, il fallimento del proprio matrimonio — aggiunge Sgarbi — è un fallimento politico. Capisco Berlusconi come nessun altro, ma esattamente per queste ragioni non mi sono mai sposato: chi è cristiano e si sposa deve sapere che il matrimonio è un sacramento e deve rispettarlo».

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