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Fiat si lancia all'assalto di Opel: Marchionne vola a Berlino

Opel-Fiat

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Dopo lo sbarco in Usa e l'alleanza con Chrysler, la Fiat non si ferma. Già domani Sergio Marchionne sarà a Berlino per presentare al governo tedesco il piano messo a punto per l'acquisizione degli stabilimenti tedeschi della Opel. Il Lingotto non è l'unico pretendente della controllata europea di General Motors, e anche questa partita si presenta complessa. Il dossier è delicato perché in Germania la Opel, che ha circa 26.000 dipendenti, è considerata un simbolo dell'industria automobilistica. Sul piede di guerra ci sono soprattutto i sindacati, ma anche i concessionari sono scettici. Il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung (Sz) dice che «il capo della Fiat ha finora incontrato forte resistenza nella politica tedesca come anche fra i dipendenti di Opel». A Berlino Marchionne vedrà il ministro degli Esteri, il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier e il ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg. In corsa per rilevare la Opel c'è anche il fornitore austro-canadese Magna. «Tutti gli interessati — avverte zu Guttenberg — devono presentare proposte concrete, devono arrivare cifre. Il governo federale si accinge ai colloqui in maniera del tutto aperta. Decisivo è che le imprese si accordino». La cancelliera tedesca Angela Merkel, in un'intervista al quotidiano Wiesbadener Kurier, assicura una corretta valutazione di qualsiasi piano presentato per Opel, ed esclude un'acquisizione da parte dello Stato. Secondo Sueddeutsche Zeitung, «Marchionne presenterà al governo federale un primo, grande piano», con l'intenzione «di acquisire tutti gli stabilimenti tedeschi di Opel, quindi anche gli impianti a Ruesselheim, Eisenach, Kaiserslautern e Bochum, ma non tutti nell'attuale dimensione». E questo è un elemento decisivo: il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier pone infatti al centro dei 14 punti da rispettare per aggiudicarsi Opel «il mantenimento di tutti gli impianti e possibilmente molti posti di lavoro in Germania». Un sindacalista dell'Ig Metall e componente del consiglio di sorveglianza dell'Opel, Armin Schild, ha sostenuto che l'offerta della Fiat sarebbe inferiore a 750 milioni di euro.

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