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E tra i leader di Pd e Idv ormai volano stracci

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Ilsegretario del Pd, appena arrivato alla stazione in treno da Roma, manda subito un messaggio a Di Pietro: «Siamo insieme all'opposizione: è bene fare bene l'opposizione a questo governo e non concorrenza tra di noi». Il leader Idv ribatte a distanza invitando i dirigenti del Pd a fare «autocritica». «Invece di preoccuparsi del consenso che rischiano di perdere - dice - loro si preoccupano di quello che guadagnamo noi. È un comportamento in parte da irresponsabili, in parte di chi si è già rassegnato alla sconfitta. Un responsabile serio del partito deve fare un po' di autocritica e domandarsi: perché questo partito perde consensi? Dove stiamo sbagliando? Perchè i cittadini non ci seguono più?». E Franceschini, dallo storico Circolo Arci Benassi, si rifà paragonando il leader dell'Italia dei Valori al Cavaliere: «Non voglio fare polemiche - assicura - ma ci dispiace che Di Pietro abbia fatto la stessa scelta di Berlusconi, di candidarsi alle Europee sapendo che il giorno dopo dovrà dimettersi». Poi ripagato con una considerazione velenosa da Silvana Mura, deputata Idv e responsabile per l'Emilia-Romagna del partito: «Oggi questa sala è piena di gente ed invece dove c'è il segretario del Pd la sala non contiene neanche un quarto della gente che c'è qui. Questo significa che ascoltare le istanze dei cittadini premia» (ma la sala dell'Arci è strapiena). Nonostante la guerra di nervi però, la coppia Franceschini-Di Pietro non scoppia: le elezioni sono troppo vicine e troppo importanti per il fronte anti-berlusconiano. E, forse, anche perché per Franceschini ci sono rischi più insidiosi. Così, con i giornalisti che gli ricordano come nel Pd ci sia chi dichiara finita l'alleanza con Di Pietro e ora chiede di rivederla, il segretario ribadisce che «siamo all'opposizione insieme». E sull'esistenza di una «guerra per bande» interna al Pd, prima contro Veltroni e ora contro lo stesso Franceschini, il segretario glissa: «Ma voi siete interessati a un mucchio di cose inutili», dice in tono scherzoso ai giornalisti. Ma c'è chi teme che Franceschini si rinforzi troppo? «Sono cose che interessano solo due o tre politologi», taglia corto. Anche sul referendum il segretario non fa concessioni ai perplessi del Pd. «Di referendum abbiamo già discusso e adottato una linea in direzione. Non c'è nessun problema, la linea è condivisa. La domanda è "volete abrogate la legge-porcata di Calderoli?". La risposta non può essere che sì». Davanti alle divisioni, Il Pdl rinnova le critiche. Per Fabrizio Cicchitto, «solo Franceschini non si accorge che l'Idv sta facendo una concorrenza spietata al Pd. È un caso singolare di subalternità psicologica e politica di un ex democristiano nei confronti di un rozzo giustizialista in servizio permanente effettivo». E per il portavoce Daniele Capezzone, «Franceschini, il Pd e la sinistra hanno sbagliato e continuano a farlo puntando sul catastrofismo, sul 'tanto peggio tanto megliò». Critiche anche da Casini che, sul referendum, parla di « scelta miope di Franceschini, che sui temi istituzionali aggiunge il proprio voto a quello di Berlusconi».

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