Ok a Roma Capitale
{{IMG_SX}} Il federalismo fiscale è legge. Sono da poco passate le 20 quando il presidente del Senato, Renato Schifani, annuncia che con 154 voti a favore, 6 contrari e 87 astenuti il Senato approva in via definitiva il disegno di legge (astenuto il Pd, a favore l'Idv, contrario l'Udc ndr). E così il sogno della Lega si realizza proprio in occasione del primo «compleanno» della legislutura. Ma non è solo il Carroccio a festeggiare. Anche i romani esultano. Infatti, con l'approvazione al Senato delle norme che istituiscono «Roma Capitale», la città diventa un ente territoriale con speciale autonomia statutaria, amministrativa e finanziaria. D'ora in avanti la legge le permetterà di avere più poteri in materie cardine per la gestione della città, più risorse per lo sviluppo e il trasferimento di beni dello Stato. Nell'elenco dei nuovi poteri, poi, compaiono anche «la valorizzazione dei beni artistici, ambientali e fluviali» e «lo sviluppo economico e sociale con riferimento al settore produttivo e turistico». Il consiglio comunale cambierà nome. Infatti si chiamerà «Assemblea capitolina» ed entro sei mesi i suoi membri, ovvero gli attuali consiglieri comunali dovranno varare un nuovo statuto. Inoltre Roma Capitale avrà poteri anche in materia di «sviluppo urbano e pianificazione territoriale, edilizia pubblica e privata, organizzazione e funzionamento dei servizi urbani con particolare riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità». Infine verrà data la possibilità, ai comuni della provincia non inclusi nell'area metropolitana, di decidere se farne parte o meno. Ma ecco, in pillole, alcuni punti chiave del testo. Costo standard L'obiettivo della riforma è quello di assicurare autonomia di entrata e spesa agli enti locali in modo da sostituire, gradualmente, per tutti i livelli di governo, il criterio della spesa storica con quello dei costi standard per i servizi fondamentali che devono costare ed essere erogati in modo uguale in tutto il Paese. Fisco su misura Il fisco diventa a più livelli, ognuno con propria autonomia, anche se nel rispetto dei principi di capacità contributiva e progressività previsti dalla Costituzione. Fondo perequazione Il fondo perequativo è statale ed alimentato dal gettito da compartecipazione all'Iva assegnata per le spese relative alle prestazioni essenziali ma anche da una quota del gettito derivante dall'aliquota media di equilibrio di addizionale regionale all'Irpef assegnata per il finanziamento delle spese non riconducibili alle funzioni essenziali. Viene utilizzato, secondo il principio costituzionale del favore verso i territori a minore capacità fiscale e le sue quote vengono assegnate a ciascuna Regione senza vincolo di destinazione. Reggio Calabria città metropolitana Nel ddl viene delineato l'iter per l'istituzione di nove città metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Il percorso, che prevede anche un referendum consultivo della popolazione, potrebbe portare alla cancellazione delle corrispondenti province. Bicameralina A dare il parere sui decreti attuativi della delega sarà una commissione bicamerale, composta da 15 deputati e 15 senatori nominati dai presidenti delle Camere che indicano, di comune accordo, anche il presidente.