Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Follini: «Berlusconi sa bene come prendere voti a sinistra»

default_image

  • a
  • a
  • a

.La prima si chiama «Scontro», l'altra «Pace». L'una è quella che gli suggerisce di compiere iniziative di scontro verso l'opposizione l'altra di lavorare per unire il Paese. Sabato quest'ultima ha lavorato molto e Berlusconi è riuscito a conquistarsi anche il plauso del Pd. Staremo a vedere quello che accadrà domani». Con queste parole il senatore del Pd, Marco Follini, analizza il discorso che il premier ha tenuto ad Onna in occasione della festa del 25 aprile. Senatore Follini, Berlusconi per sei volte ha vissuto la festa della Liberazione da premier e quest'anno, che ha deciso di celebrarla pubblicamente, riceve un tripudio di consensi. Qual è la chiave di lettura? «Non ero presente ad Onna perché ho preferito recarmi a rendere omaggio alla tomba di un grande partigiano. Nel contempo però ho seguito le manifestazioni, i discorsi e i ricordi con attenzione politica e civile. Concordo con tutti gli esponenti del partito democratico che questa volta Berlusconi è stato in grado di avvicinare le opposte vedute politiche. Lui sa bene che alla base della contesa elettorale c'è l'accaparrarsi i consensi di chi non la pensa come lui. E sta giocando la sua partita al meglio. Anche noi dovremmo iniziare a parlare meglio non solo al nostro elettorato ma anche a quello di centrodestra». Cosa vi ha impedito di farlo fino ad ora? «Abbiamo condotto una demonizzazione dell'avversario ricambiati di tutto cuore dal nostro principale antagonista. Quando capiremo che al Paese serve una fase di minore attacco allora torneremo a prendere consensi. Il muro contro muro fa vincere Berlusconi mentre il Pd affronta meglio il confronto pacato». Un confronto pacato agevolato anche dall'ultima decisione del premier ovvero di ritirare la proposta di legge sull'equiparazione dei partigiani ai repubblichini di Salò. «Questo mi è sembrato un gesto doveroso. Non dobbiamo dimenticare che da una parte c'era la ragione con la "r" maiuscola, dall'altra il torto con la "t" maiuscola. La storia ha poi stabilito che c'è una ragione legata alla Resistenza e un torto legato alla Rsi. Con questo non intendo comunque escludere che nella ragione ci fosse anche qualche torto e nel torto qualche virtù patriottica. Ma da ciò arrivare a voler equiparare le due fazioni mi sembra un affronto». Eppure la proposta di legge era controfirmata da alcuni deputati del Pd come Paolo Corsini, Giampaolo Fogliardi e Franco Narducci. «Beh io non avrei mai appoggiato un testo simile. Io sono nettamente contrario a qualsiasi parificazione postuma. Non dimentichiamo che da una parte c'era la libertà e dall'altra dittatura». Lei ha usato il termine libertà, quindi ha ragione Berlusconi a proporre di chiamare il 25 aprile la Festa della Libertà? «No. Anzi. Non le sembra curioso che da un lato il premier partecipi alla festa della Liberazione e dall'altro voglia cambiarne il nome proprio con Libertà? Popolo della Libertà, Festa della Libertà. Mi sembra che sotto ci sia qualcosa. Non credo che l'assonanza delle parole sia sfuggita all'orecchio musicale di Berlusconi». Tra meno di due mesi si voterà per le Europee. Crede che Berlusconi riuscirà a tagliare il traguardo del 51 per cento dei consensi? «Il vento soffia dalla sua parte ma in politica i venti sono mutevoli. Inviterei i suoi tifosi ad essere meno ottimisti e i nostri meno rassegnati. Poi, se la prossima volta il Pd usasse criteri diversi per comporre le liste, qualche voto in più lo si potrebbe prendere».

Dai blog