«Rispetto per tutti i morti»
Quest'anno,con i discorsi di Forno di Coazze e di Mignano Montelungo il presidente della Repubblica ha fissato un significativo risultato distensivo che trova conferma nelle dichiarazioni di Silvio Berlusconi e del ministro Ignazio La Russa che rilanciano entrambi le parole del capo dello Stato, senza utilizzare i toni accesi degli altri anni. Napolitano ha invitato tutti gli italiani a riconoscersi senza riserve nella Costituzione che racchiude lo spirito della Resistenza. Ha invitato a farlo «anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-45 e quanti ne hanno una diversa memoria per sofferta esperienza personale o per giudizi acquisiti». Bisogna farlo perché, ha detto, «questa è la base per una rinnovata unità nazionale, non più segnata da vecchie, fatali e radicali contrapposizioni». Quello del Presidente della Repubblica non è un invito ad accantonare il giudizio storico e politico sui drammatici combattimenti del 1943-1945, ma un invito a distinguere fra sentimento e ragione, fra passioni ideologiche e valori di libertà. Una cosa, ha detto, sono la pietà e il rispetto, due sentimenti che non si possono negare a nessun caduto di qualsiasi parte, e che ci devono accomunare tutti. Altra cosa è l'onore che la Repubblica rende doverosamente nella ricorrenza del 25 aprile al valore di tutti coloro che si schierarono e si batterono per la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. Non occorre citare la Repubblica di Salò né dire che a chi combattè con quella divisa la Repubblica italiana non può concedere lo stesso onore. Non l'ha citata Napolitano, e neppure La Russa, che ha accompagnato Napolitano al Sacrario militare di Mignano Montelungo e ha preso la parola prima di lui.