Le istituzioni si sono schierate senza esitazione al fianco del primo cittadino di Roma.
IlPartito democratico, tranne qualche eccezione, ha preso le difese di Alemanno. Il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, dopo aver partecipato alla manifestazione di Porta San Paolo, ha dimostrato la propria vicinanza ad Alemanno: «Il sindaco non poteva non ascoltare il suggerimento della Questura, gli è stato negato il diritto di parola e questo non può mai avvenire per nessuna istituzione». Parole chiare ribadite anche da Marrazzo: «Atti volti ad impedire la possibilità di parlare sono una macchia. Per questo motivo ha la solidarietà della Regione». E anche Massimo D'Alema, presente ieri a Porta San Paolo in mezzo alla folla, ha detto di condividere la scelta del sindaco della Capitale: «Se ci sono state minacce nei suoi confronti la sua è una scelta giusta». Ma nel Pd non sono mancate le voci fuori dal coro. Il segretario del partito nel Lazio Roberto Morassut ha accusato Alemanno di essere lui stesso la causa della sua assenza a Porta San Paolo: «Dispiace che non sia andato, è un'anomalia che il sindaco di Roma non possa partecipare a una manifestazione come questa. Ma se c'è stato un rischio di sicurezza significa che ci sono delle ambiguità nel suo comportamento». E poi ha rincarato la dose: «Da parte di Alemanno nel corso di quest'anno ci sono state delle ambiguità nel rapporto con la memoria, c'è stato un tentativo di rimozione della memoria. Da parte sua serve più chiarezza ma con atti concreti». Scontata invece la solidarietà dal centrodestra. Il senatore del Pdl Andrea Augello ha «preso atto con soddisfazione dei messaggi di solidarietà che sono giunti ad Alemanno. Resta il fatto che oggi a Porta San Paolo qualcuno preparava una clamorosa contestazione contro il sindaco di Roma, secondo la Questura, con un'elevata probabilità di dar luogo a gravi disordini». E la colpa per Augello è da attribuire «all'utilizzo demagogico e ignobile della memoria della guerra civile, ancora ricorrente nel linguaggio della sinistra più radicale». Sarcastico invece il segretario de La Destra Francesco Storace: «Esaltare la Liberazione e non essere libero di farlo è la medaglia che merita chi fa troppe capriole rispetto alla propria storia. Alemanno rifletta seriamente sulla triste figura di oggi. La canzone di Enzo Jannacci è la peggiore beffa... Vengo anch'io, no tu no...». Dar. Mar.