Schede e cellulari fantasma, è giallo
Programma che doveva interessare 250 veicoli, diventati poi 213 in attesa del passaggio dal costoso sistema Gsm al più economico Gprs. Un passaggio consigliato nel 2003 da Tim all'amministrazione, assegnataria dell'appalto, che consentirebbe di risparmiare 200mila euro all'anno «che potrebbero essere utilizzati - precisa Tim - per implementare nuovi servizi e acquistare nuove tecnologie». Pochi giorni dopo, il consulente informatico della P.M. invia a Tim una lettera - riportante in oggetto le parole «sperimentazione tecnologica gprs» - con cui ordina una serie di cellulari specificando che il pacco deve essere recapitato alla sua attenzione. Ma il pacco forse sbaglia strada e viene intercettato dal dirigente dell'ufficio amministrativo che cerca di capire a chi sia destinato e chi l'abbia ordinato. Lo scopre, e indignato scrive al comandante che il consulente informatico, non solo ha ordinato la merce utilizzando carta intestata della Municipale, ma che il testo della nota di Tim è diverso da quello della richiesta: nel primo la fornitura è «a titolo gratuito», in quello Tim questa dicitura sembra cancellata col "bianchetto". In una successiva nota al comandante, il dirigente precisa che il progetto sta subendo modifiche non previste dall'Amministrazione e che l'ampliamento della fornitura proposto da Tim in virtù del risparmio del gprs non sussiste perché non c'è alcun risparmio. Schede, quindi, e telefonini, per i quali Tim continuerà a inviare il conto fino al 2008 - anno della maxi-bolletta da 183mila euro - mentre gli uffici della P.M. e quelli del XIII Dipartimento del Comune continueranno a litigare su chi debba pagarlo. L'amministrazione, infatti, nel 2008 non ha ancora idea di dove, come e quando, siano state fornite le apparecchiature.