Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Consensi per l'Harvard d'Abruzzo

default_image

  • a
  • a
  • a

Hadetto sì, nonostante la sua appartenenza dichiarata all'opposizione (è stato senatore della Sinistra Democratica tra il 2001 e il 2006) il rettore Ferdinando di Orio; ha detto sì il ministro dell'istruzione, università e ricerca Mariastella Gelmini; ha detto sì il premier Silvio Berlusconi che, nel corso della suo quasi quotidiano giro di lavoro nelle zone terremotate, sabato ha spiegato bene l'impegno del governo in questa direzione: "costruiremo case tecnologicamente molto avanzate che potranno essere pronte in 5 o 6 mesi e che verranno affidate agli sfollati fino alla ricostruzione delle loro abitazioni. Quando le lasceranno potranno essere trasformate in campus universitari, per ricostruire quel polo d'eccellenza che era l'università dell'Aquila". Resta da chiedersi: con quali risorse potrà essere realizzato un progetto tanto ambizioso, quanto oneroso, che richiede la costruzione di nuove residenze e insieme il recupero degli edifici esistenti che ospitano l'università? Una prima risposta l'ha data il ministro Gelmini, la prima ad aver parlato di modello Milano -Bicocca come esempio per la realizzazione dell'università aquilana. Cos'è il modello Milano-Bicocca e come funziona? Da alcuni anni a Milano, nella zona della Bicocca - un tempo sede di grandi aziende come la Pirelli e la Breda - è sorta la seconda università milanese, un complesso di ventuno edifici che ospitano le diverse facoltà con i loro laboratori. Intorno ad essi, grazie ad un accordo tra Regione Lombardia, Comune, Università e Pirelli Real Estate, proprietaria dei terreni, sorgeranno strutture a disposizione dell'Università per 17mila mq, 700 abitazioni che verranno vendute a prezzi di mercato e 600 di edilizia convenzionata, 14mila mq destinati al commercio, e residenze universitarie per circa 10mila metri quadri, che possono ospitare oltre 300 studenti fuori sede. Con questo accordo si è ottenuta una eccellente riqualificazione urbana, è nato un polo universitario di eccellenza, con una buona dotazione di alloggi per studenti e per le famiglie di chi nell'università ci lavora. Nell'area è sorto anche il Teatro degli Arcimboldi che ha offerto lo spazio alla stagione lirica durante il periodo di ristrutturazione del Teatro alla Scala. Un modello analogo, che coinvolga lo Stato, l'università, la città e i privati può essere messo a punto anche per L'Aquila, dove è possibile prevedere anche un ampio piano di defiscalizzazione delle opere. I privati, inoltre, potrebbero costruire gli edifici pubblici con la certezza di una lunga concessione: lo Stato, la Regione, l'Università si impegnano sin d'ora a corrispondere un canone di fitto per alcuni decenni, così da rendere conveniente nel lungo periodo l'investimento, sulla scorta del modello di realizzazione del Ponte sullo Stretto, per il quale lo Stato spende meno di un quinto del costo previsto. Ricostruire in fretta e bene si può, senza nuove tasse. E senza preclusioni ideologiche o allarmismi giudiziari ingiustificati.

Dai blog