Fini sul terremoto: "Giusto chiedere l'accertamento di tutte le responsabilità"
Quella che si apre sarà una settimana importante per L'Aquila e per l'Abruzzo. Sarà la settimana in cui il Consiglio dei ministri si svolgerà proprio nel capoluogo abruzzese, varando il maxi decreto con tutte le misure per l'emergenza terremoto. L'intera squadra di governo si trasferirà venerdì prossimo nella caserma di Coppito, con l'obiettivo di testimoniare «la vicinanza dello Stato» alle popolazioni colpite. A due settimane esatte dalla terribile scossa del 6 aprile, dalle migliaia di sfollati si leva un'unica voce, un unico pensiero, quello cioè di poter tornare presto ad una vita normale. Il presidente del Consiglio ha annunciato tempi brevi, «30 giorni», per avere il 70% delle case agibili e la gente ha voglia di vedere il prima possibile avviata la fase di ricostruzione. Ne ha desiderio, ne ha necessità. Ecco perché il capo del governo vuole portare a termine l'operazione al più presto. Berlusconi ha già visionato una serie di progetti, come ha detto sabato scorso in conferenza stampa, «vagliando alcune proposte tecniche». Lo ha fatto anche ieri, nella sua domenica milanese. Come rivela il portavoce del governo Paolo Bonaiuti dai microfoni del Tg4, il premier sta coordinando i lavori di un pool di ingegneri e architetti per mettere a punto le soluzioni abitative destinate ad accogliere con il massimo confort possibile «anche dal punto di vista urbanistico, gli sfollati abruzzesi». Intanto, dopo le dure parole di Napolitano («Bilancio del sisma aggravato dallo sprezzo delle regole»), Gianfranco Fini torna sulle responsabilità della strage causata dal terremoto in Abruzzo e definisce «giusto il sentimento che si accertino eventuali responsabilità» dei danni provocati dal sisma. Il presidente della Camera sceglie la festa nazionale dei piccoli comuni a Scansano, per richiamare istituzioni, amministratori e cittadini al rispetto delle regole nella edificazione pubblica e privata, in mancanza delle quali si registrano tragedie come quelle accadute in Abruzzo. «La vicenda abruzzese - spiega Fini - deve massimamente indurre gli amministratori, chi governa e i parlamentari a non transigere nella prevenzione e nel rispetto delle regole. Se ciò non avviene, le conseguenze le vediamo tutti». In ambienti parlamentari si sottolinea che le frasi di Fini, che avallano la presa di posizione del Quirinale, non sono assolutamente da interpretare come una presa di distanza dal premier che sabato aveva detto: «Ben vengano le inchieste ma ora non perdiamo tempo, impieghiamolo nella ricostruzione». Il premier aveva anche invitato i giornalisti a «non riempire le pagine con inchieste». Sulla linea dell'inquilino di Montecitorio anche il ministro dell'Economia Tremonti per il quale vanno accertate le responsabilità di chi ha costruito male e di chi non ha controllato. Responsabilità da accertare «in sede amministrativa e suppongo anche giudiziaria perché sono mancati i controlli amministrativi e giudiziari». Detto questo, il titolare di via xx settembre conferma che «nel bilancio pubblico ci sono le risorse per finanziare la ricostruzione privata e pubblica», e quindi niente tasse aggiuntive per gli italiani. Non solo. Il ministro Tremonti annuncia che sono allo studio misure fiscali, in termini di deduzione, per premiare chi donerà. Per domani Maroni ha convocato la conferenza Stato-Città ed autonomie locali proprio sulle problematiche dei comuni abruzzesi. Quanto alle polemiche esplose in relazione alla lista dei 49 comuni colpiti dal sisma, inseriti nel decreto per gli interventi legati ai danni causati dal terremoto, Guido Bertolaso getta acqua sul fuoco. Il capo della Protezione civile, incontrando a Sulmona una delegazione dei non presenti nell'elenco ha spiegato che sarà una commissione di esperti a valutare l'inserimento di quelli esclusi. E che quindi la lista diffusa è da considerarsi provvisoria.