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Detenuti in licenza premio fanno da cuochi agli sfollati

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Detenutiper reati non gravi, al massimo sei anni di pena. E tutti ottimi cuochi. Quando hanno saputo del terremoto, non hanno esitato un attimo: «Vogliamo andare in Abruzzo a cucinare per gli sfollati, useremo la nostra licenza-premio», hanno detto. Sono stati accontentati. Ora sono all'opera nella tendopoli della alle porte dell'Aquila. E, dopo aver fatto del male, stanno facendo del bene. «Abbiamo chiesto l'autorizzazione alla direzione del nuovo complesso di Rebibbia e ci siamo coordinati con il commissario della Croce Rossa Francesco Rocca - racconta Luciano Pantarotto, della Coop "Man at work" con cui i carcerati-chef già lavoravano - Hanno rinunciato a stare con le loro famiglie spontaneamente e resteranno qui una settimana, sperando che ci diano la proroga di altri sette giorni. Anche perché il personale della Cri è esausto e ha bisogno di un cambio. E loro sono diventati bravissimi a cucinare. Dove hanno imparato? Beh, in prigione, naturalmente...». Mau. Gal.

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