Dal Giappone e dalla California per studiare il sisma
Giàda alcuni giorni dopo la violenta scossa del 6 aprile, sono giunte all'Aquila alcune squadre di esperti, tecnici e ingegneri dal Giappone e dalla California proprio per studiare gli effetti del terremoto. Gli studiosi stranieri presenti in questi giorni all'Aquila, facenti capo alle università di Tokyo e di San Francisco, stanno valutando con attenzione le caratteristiche geologiche delle aree colpite e la risposta data dagli edifici alla violenza del sisma. «È ancora presto per trarre delle conclusioni», dice Silvia Mazzoni, di origini italiane, impegnata con una equipe di ingegneri inviati dall'Università di San Francisco. «Abbiamo acquisito una serie di dati ma dobbiamo ancora studiarli. Certo è - aggiunge - che guardando gli effetti del sisma, c'è stata sicuramente una doppia componente: quella relativa alle tecniche di costruzione e quella legata alle caratteristiche geologiche del sottosuolo». Dell'importanza della componente geologica parlava anche un rapporto tecnico, datato dicembre 1995, del Servizio Sismico Nazionale, nel quale si metteva in rilievo che la diversa risposta, in termini di danni, delle varie aree interessate dal terremoto dipende molto dalle caratteristiche geologiche del territorio. Lo studio discende dai dati, in occasione di una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 del 2 giugno 1994 nell'Aquilano, registrati da una rete accelerometrica campione, costituita da sette stazioni di rilevamento istallate in linea proprio sulla faglia interessata dal sisma del 6 aprile 2009, quella che passa per l'agglomerato urbano di Pettino.