Al via le audizioni dei costruttori
Nuovi sequestri nell'ambito dell'inchiesta voluta dal procuratore dell'Aquila, Alfredo Rossigni. Macerie custodite in un capannone industriale nella zona industriale di Bazzano, centro a pochi chilometri dall'Aquila, ospita le macerie oggetto dell'inchiesta del procuratore Alfredo Rossigni. Si trova lungo la strada statale 17 ed è di proprietà della Ziaca, un'azienda attiva nel trattamento dei metalli. Il capannone, recintato e isolato dalla strada principale, è costantemente sorvegliato dalle forze dell'ordine. La settimana cruciale con polizia, carabinieri e guardia di Finanza che cominceranno a sentire costruttori, manager e amministratori, tutte "persone informate dei fatti" che però non si esclude possano in seguito essere chiamate a rispondere dei reati ipotizzati dalla procura, che per il momento restano quelli di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, l'attenzione degli inquirenti si concentrerà soprattutto su due episodi: le gravi lesioni riportate dall'ospedale S. Salvatore e la casa dello studente. Complessa la vicenda dell'ospedale, del tutto inagibile e posto sotto sequestro dalla procura. L'ingegnere Marcello Vittorini, coordinatore del gruppo di progettisti del San Salvatore, ha difeso la struttura. Le strutture portanti del complesso ospedaliero San Salvatore non sono crollate, non hanno avuto cedimenti diffusi e soprattutto non ci sono state vittime né fra i degenti né fra il personale». Gli investigatori hanno sentito a verbale un tecnico, che avrebbe fatto anni fa un sopralluogo su un lotto rivelando «varie irregolarità». Un rapporto tecnico del Servizio sismico nazionale, datato ma tornato oggi d'attualità, conferma che la diversa risposta, in termini di danni, nelle varie aree interessate da un terremoto dipende molto dalle caratteristiche geologiche del territorio. Nel fascicolo della procura ci sono tutte le carte che ricostruiscono la storia dell'ospedale, progettato nel 1968 e costruito in 30 anni, per una serie di stop determinati essenzialmente dalla carenza di fondi. Il direttore generale della Asl, Roberto Marzetti, aveva avviato la pratica per l'agibilità complessiva, nel frattempo ogni unità operativa ha avuto l'agibilità per lo spazio proprio. Sulla questione interviene anche l'arcivescovo dell'Aquila, monsignor Giuseppe Molinari. «Vanno bene le inchieste ed è giusto che se ci sono delle responsabilità vengano accertate, ma l'importante è che questa attività non ostacoli o, peggio ancora, blocchi la ricostruzione, che è la cosa più importante per l'Aquila e per i suoi abitanti», ha detto Molinari. Un'inchiesta per quasi tutti gli aquilani non deve pregiudicare la ricostruzione e l'avvio dei lavori di recupero nel centro storico.