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«Scavavano un garage e la palazzina tremava»

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Davanti ai carabinieri ha ricordato le ultime settimane trascorse dentro la Casa dello studente. L'ansia e la paura per quelle crepe che lasciavano presagire il pericolo. Carmela Tomassetti è uno dei teste chiave per capire cosa è successo nella palazzina di via XX settembre dove sono morti diversi studenti universitari e cosa si poteva fare prima del terremoto. Ai Carabinieri la 23enne ha ribadito di aver sollevato la questione, chiesto l'intervento di qualche tecnico proprio qualche giorno prima della scossa del 6 aprile, e di essersi sentita rispondere che tutto era a posto. Tutto era a posto anche in una palazzina di fronte, anch'essa crollata, dove abitava Maurizio Cora, l'avvocato che nel crollo ha perso la figlia Alessandra e la moglie Patrizia. Ai carabinieri ha detto che «quando scavavano sotto la sua abitazione per la realizzazione di un garage tremava tutto. Quando siamo andati dai responsabili della ditta per dire che stavano modificando la morfologia dei luoghi ci è stato risposto che avevano le concessioni necessarie e che il lavoro era conforme al progetto». Insieme a loro, nella giornata di ieri sono state ascoltate altre tre persone, tra cui un avvocato e un tecnico che effettuò una perizia all'ospedale San Salvatore. Entra così nel vivo l'inchiesta voluta dal Procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini, per far luce su eventuali responsabilità nei crolli dei palazzi il 6 aprile scorso. E' stato anche stilato un primo elenco di costruttori da interrogare. Sono quelli che hanno realizzato gli immobili sottoposti a sequestro. Gli interrogatori avverranno una volta acquisiti tutti i documenti utili a ricostruire la "vita" degli edifici e non appena saranno pronti i primi risultati delle perizie sui reperti sequestrati, in modo da poter muovere contestazioni specifiche. Anche un comitato di circa 80 giovani ospiti della Casa dello studente ha presentato un esposto in procura. Le indagini sono state delegate alla Guardia di Finanza che ha già acquisito molti documenti relativi agli stabili. Il sostituto procuratore Fabio Picuti ha fatto il punto con tecnici e investigatori per ricostruire il modo in cui gli immobili hanno reagito al sisma. Gli inquirenti hanno acquisito i video girati dalle tv locali e le immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso delle banche o che guardano sulle strade. L'obiettivo è vedere come hanno reagito i palazzi, come hanno oscillato, come sono crollati. A difesa scende in campo l'assemblea dei professionisti e dei costruttori, che racchiude architetti, ingegneri, geometri, geologi e Ance, e che ha contestato e respinto «ogni tentativo di sciacallaggio informativo generalizzato, messo in atto anche da alcuni media, purtroppo alimentati da ambienti scarsamente o per nulla consapevoli delle tecniche progettuali e costruttive come pure delle dinamiche sismiche, drammatiche e imprevedibili. Comportamenti che obbligano ad una riflessione complessiva sull'accaduto e non possono costituire pretesto per gettare fango e accuse infondate».

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