Il caso Santoro approda nel cda

Il giorno dopo la cosiddetta puntata riparatrice di Annozero, che Michele Santoro ha dedicato alla difesa del vignettista Vauro sospeso dal direttore generale Mauro Masi, il Pdl va all'attacco del giornalista. «Qualcuno ricordi a Michele la favola di Fedro e la fine della rana che scoppiò, a forza di gonfiarsi per somigliare al bue», avverte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti. E Santoro replica: «L'importante è che scoppio da solo». Insomma il conduttore non si tira indietro. Anche perché dalla sua ha dati di ascolto record. Giovedì sera il programma di Michele Santoro, dopo una settimana di polemiche, ha ottenuto ben 5.277.000 telespettatori con il 20.84% di share. È stato il programma più visto della serata e ha battuto lo speciale di Amici da Lecce che è stato seguito da 3.919.000 telespettatori con il 18.60% di share. Ma questo non basta a placare le polemiche. Critiche ad Annozero, infatti, arrivano da parte dei consiglieri di area di centrodestra Alessio Gorla, che si dice «indignato» e si augura la conferma della sospensione per Vauro, e Antonio Verro, convinto che il prossimo cda, il 22 aprile, «procederà nel modo più opportuno». Più cauta, invece, Giovanna Bianchi Clerici, consigliere in quota Lega Nord, che invita i colleghi ad attendere le comunicazioni di Masi in cda sulla vicenda. Ma ad accendere il clima sono anche le polemiche sulla riunione di maggioranza a Palazzo Grazioli, nella quale si sarebbe parlato anche di nomine Rai. «Siamo al disprezzo delle minime regole di decenza», commenta Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd. Nessuno stupore per l'attenzione della politica per le vicende Rai - si ragiona nel partito di Dario Franceschini (smentita una sua telefonata con Gianni Letta sul tema nomine ndr) - ma forte contestazione per il mancato rispetto dell'autonomia dell'azienda anche sul piano formale. «Più che per le trasmissioni di Annozero, i consiglieri di amministrazione della Rai dovrebbero preoccuparsi per il fatto che si svolga un vertice di maggioranza sulle nomine», commenta il consigliere in quota Pd Giorgio Van Straten. «Sono certo - è il monito dell'altro consigliere di opposizione Nino Rizzo Nervo - che mercoledì al centro delle comunicazioni del direttore generale vi sarà una netta presa di posizione in difesa della sua autonomia e di quella del consiglio in relazione alla notizia che in un vertice in una casa romana siano state oggi decise le prossime nomine in reti e testate». Insomma il clima in vista del Cda del 22 aprile si preannuncia piuttosto caldo.