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Il premier in cattedra davanti a trenta bambini

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Ma il clima tra i bambini era quello da primo giorno di scuola. Sulla lavagna hanno scritto: «Siamo contenti di essere di nuovo insieme, questa è una scuola speciale che ci permette di ricominciare». Ed anche la loro giornata è stata speciale, con la presenza del premier Silvio Berlusconi e del ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini. Nelle tre tende azzurre hanno trovato sistemazione 30 degli 80 bambini della scuola «Ignazio Silone», 500 metri più in là, resa inagibile dal terremoto. Gli altri hanno trovato per ora sistemazione lungo la costa con le loro famiglie. Sui banchi c'erano dei fiori, penne e quaderni e un cornetto ripieno di crema. Non hanno trovato, invece, Loris e Alena, i loro compagni della 5/a elementare, uno italiano l'altra macedone, uccisi nel sonno dal crollo delle loro abitazioni. Li ricorda padre Giorgio nella preghiera che precede la cerimonia di inaugurazione, e il sindaco di Poggio Picenze Nicola menna nel suo discorso: «È soprattutto nel loro ricordo che abbiamo voluto ripartire dai bambini, per trarre da loro la forza di ricominciare». Nel frattempo, a ridargli un po' di allegria e di serenità ci pensa il premier. «Sono il maestro arrivato da Roma», scherza Berlusconi entrando nella prima tenda: «Se siete bravi e preparati ho dei regali per voi». Poi si siede in cattedra e, tra una battuta e l'altra, recita anche una poesia, "Rio Bo" di Aldo Palazzeschi: «Tre casettine dai tetti aguzzi, un verde praticello...» comincia il premier. Ma i bambini non la sanno, si guardano intorno cercando un aiuto negli insegnanti. Dopodichè via coi regali: qualche pallone da calcio e da football americano, il pallone originale che useranno per la finale di Champions a Roma e tante magliette di Milan e Juve. Prima delusione: ne avanzano due rossonere. «E tu Mariastella quale maglietta vuoi?», chiede scherzosamente al ministro Gelmini. Seconda amarezza, la risposta del ministro: «Quella della Juve». Ma il premier incassa con eleganza: «Bene, eccola, espulsa dal governo però!». Davanti all'esuberanza dei piccoli alunni Berlusconi si schermisce, sottolineando di essere ormai un vecchietto. «Tu non sei un vecchietto», gli dice sicuro uno dei bambini. «Ok, assunto», ribatte Berlusconi sorridendo. I bambini ridono e il Cavaliere li accarezza e firma autografi. «Speriamo che conservino sempre questo sorriso», commenta con gli occhi lucidi una delle insegnanti. Autografi anche per due piccoli macedoni, ai quali il premier consiglia di rivenderli a non meno di 10 euro. «Io semmai lo vendo a 20», ribatte il bambino. E il Cavaliere: «Tu sì che hai fiuto per gli affari».

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