Berlusconi alle prime lezioni tra le tende: «Entro l'autunno alloggio per tutti»
Banchi,lavagne, libri e giochi per i più piccoli. È così che nelle tendopoli i tanti rimasti senza casa cercano di tornare a una vita quanto possibile normale. Trenta bambini da ieri sono tornati sui banchi di scuola, e lo fanno in una tendopoli di Poggio Picenze, piccolo paesino alle porte dell'Aquila. Per l'occasione Berlusconi torna in mezzo ai terremotati dell'Abruzzo (la sesta volta dal giorno del sisma) e lo fa per portare parole di speranza, testimoniando con la sua presenza che lo Stato è accanto agli sfollati. Innanzitutto una rassicurazione: «Il governo non intende costruire baraccopoli e men che meno tendopoli. Vorremmo chiudere le tende e costruire vere case prima che inizi il freddo, prima dell'autunno», è la promessa del premier. Controlli contro mafia e speculazione «saranno rigidissimi». Le nuove abitazioni saranno «super sicure e a prova di qualsiasi tipo di scossa, come quelle costruite in Giappone». Ma soprattutto, chi vuole ristrutturare o ricostruire, potrà contare sullo Stato, con aiuti fino ad una cifra del 33%, mutui a tasso agevolato al 4% fino al 50% del valore dell'immobile. Insomma, «ognuno potrà essere artefice del proprio futuro». Il premier arriva a Poggio Picenze un po' in ritardo rispetto alla tabella di marcia. Ad attenderlo c'è il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Berlusconi stringe mani, accarezza bambini, mangia formaggio e beve vino con gli alpini, non finisce di ringraziare i volontari per la loro straordinaria generosità. «Veramente non avrebbero potuto fare di più», dice seppellendo le polemiche contro i ritardi nei soccorsi, al braccio dell'ormai inseparabile sottosegretario alla Protezione Civile Guido Bertolaso e insieme al presidente della Regione Gianni Chiodi. «Stiamo lavorando con esiti che lasciano ben sperare sulla ricostruzione e abbiamo praticamente individuato i fondi, siamo sereni al riguardo», spiega Berlusconi annunciando una riunione proprio oggi al riguardo. Di cifre non vuole farne. «Dodici miliardi? Adesso nessuno può ragionevolmente fare cifre». Di ipotesi sul tappeto ce ne sono tante. Anzi, ce ne sono ben diciassette. Si vedrà come procedere, seguendo quali priorità. Ma comunque come lui stesso annuncia parlando con alcuni giornalisti «vi stupiremo». Intanto, sul tavolo del governo ci sarebbe la questione "renserire l'Abruzzo nell'obiettivo uno" (regioni meno sviluppate e aiutate dai fondi europei). Già, reinserire. Perché l'Abruzzo qualche anno fa ne faceva parte, per poi, con la sua crescita socio-economica, essere slittato nell'obiettivo due. Domenica scorsa, dopo la messa di Pasqua, durante la solita riunione tecnica alla caserma di Coppito tra Berlusconi, Bertolaso, e Chiodi, il sottosegretario Gianni Letta ha telefonato al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani. Oggetto della telefonata proprio l'inserimento nell'obiettivo 1, non tanto dell'Abruzzo, ma solo della provincia dell'Aquila, cioè solo le zone colpite dal sisma. Una richiesta sulla quale Tajani avrebbe già dato la massima disponibilità. Tra le misure a cui si starebbe pensando il presidente del Consiglio ci sarebbe invece quella della tassa sui ricchi, tanto evocata il giorno prima ma subito ridimensionata da Palazzo Chigi. Lo stesso premier, rispondendo a una domanda secca sulla questione, minimizza. «Io assolutamente ho detto che non c'è stata nessuna decisione. Quanto al 5 per mille, non deve togliere agli altri, per esempio alle onlus». Funziona, per il Cavaliere, il modulo di affidare a singole province e regioni la responsabilità su diversi progetti di ricostruzione, previa «verifica nazionale». La grande disponibilità degli italiani, che hanno messo a disposizione le proprie case, e delle associazioni alberghiere consentirà a regime di dare un alloggio a tutti «ed entro l'estate ci sarà la possibilità di togliere la gente dalle tende». Il capo del Governo avrebbe in mente già un'idea sulle case su come potrebbero essere o con quali tecnologie realizzarle. Di una cosa intanto Berlusconi è certo, e cioè che le nuove case saranno tecnologicamente avanzate e supersicure perché costruite su una piastra che separa il tutto dal terreno e può avvenire qualsiasi tipo di scossa ma non accadrà nulla. «Su queste costruzioni metteremo pannelli solari anche per quanto riguarda l'energia, avranno metrature che vanno dai 50 ai 102-104 metri quadri. Io ho una vecchia esperienza da costruttore, cittadine ne ho fatte diverse, faremo case anche esteticamente apprezzabili».