L'inchiesta Il procuratore lancia un appello: «Portate anche i filmati»
.Ieri sera alle 21,36 e alle 22 altre due scosse di terremoto, rispettivamente di magnitudo 3.2 e 3.0. Intanto, Casa dello studente, Tribunale e ospedale San Salvatore sono i principali edifici su cui si indaga nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla magistratura dell'Aquila dopo il terremoto. Edifici che sono crollati o hanno subito forti danni strutturali, non giustificabili in relazione all'anno di costruzione, alle normative antisismiche in vigore. Ma nel mirino degli inquirenti ci sono anche diversi condomini, palazzi privati, altre strutture pubbliche. In questi giorni c'è chi ha puntato il dito anche sui nuovi alloggi dei carabinieri, dietro Piazza d'Armi, assegnati da poco ma già gravemente lesionati. Una situazione grave che adesso diventa oggetto di indagine. «Non si può rimanere nell'ambito della responsabilità diffusa, il Procuratore della repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini, vuole nomi e cognomi. Se ci sono responsabili devono essere individuati, perseguiti, arrestati. E i primi passi dell'indagine sono stati i sequestri delle aree da parte della magistratura. Decreti di sequestro di intere aree che riguardano la Casa dello Studente, il palazzo di Giustizia e alcune zone dell'ospedale. Sotto sequestro ci sarebbero anche diversi condomini crollati in via XX Settembre, dove si sono avuti numerosi morti. Duplice il motivo del provvedimento: consentire ai tecnici che stanno repertando il materiale di svolgere il loro lavoro in tranquillità e scongiurare il rischio di un inquinamento della scena del presunto reato rispetto a eventuali contaminazioni e al prelievo di materiale da parte di estranei. Gli immobili sui quali polizia e carabinieri hanno prelevato macerie e altri reperti sono finora una ventina. «Abbiamo il sospetto che qualcuno possa portare via ciò che resta degli edifici crollati, magari con dei camioncini», ha detto il procuratore Rossini, spiegando che si tratta di materiale necessari per l'inchiesta. «Vogliamo conservare tutto quel materiale in un luogo adeguato - spiega ancora - apparentemente si tratta di macerie senza valore ma potrebbero essere fondamentali per le indagini». Intanto arrivano in Procura le prime denunce presentate da cittadini in relazione ai crolli di edifici in seguito al terremoto. Si tratta di esposti scritti in cui si fa riferimento a presunte segnalazioni di allarme che sarebbero rimaste inascoltate e di segnalazioni in cui si denuncia il crollo di abitazioni che erano state progettate e costruite con criteri presentati come antisismici. Tutte queste denunce, viene sottolineato, dovranno ora essere verificate, a partire dall'ascolto delle stesse persone che le hanno presentate, le quali nelle prossime ore verranno convocate dagli inquirenti. E il procuratore Alfredo Rossini si è rivolto proprio ai cittadini. «Chiunque ha materiale utile all'inchiesta sui crolli, in particolare filmati, lo consegni alla magistratura. Noi - ha detto Rossini - abbiamo anche offerto la possibilità a quei cittadini che casualmente erano al corrente di cose che potevano essere utili all'indagine, che avevano visto o saputo qualcosa, che hanno fatto dei filmati, di dare la loro collaborazione. E infatti ce li manderanno. Abbiamo già un bel video girato dagli alpini sulla consistenza dei materiali utilizzati. Noi raccogliamo tutto quello che è pertinente, non certo i pettegolezzi, perché tutto questo può esserci utile per l'acquisizione di quella che nel sistema giudiziario si dice la verità». Ma ci vorranno esami approfonditi per stabilire come mai l'ospedale San Salvatore dell'Aquila non abbia retto all'impatto del terremoto. Da un primo esame appare che l'ospedale in varie sue parti «è stato costruito utilizzando cemento annacquato, che non ha retto alla compressione del sisma sgretolandosi come fosse borotalco». L'analisi è dell'ingegnere dell'Enea Alessandro Martelli, membro della task-force di esperti istituita da Enea e Protezione civile. «Scarsissima qualità dei materiali, cui si aggiungono anche difetti strutturali nella progettazione. Nel caso del nosocomio aquilano - ha affermato l'ingegnere - ci sono stati errori di progettazione ed errori di costruzione, ma c'é stata anche una gravissima mancanza di controlli». Errori che vengono categoricamente smentiti da Cesare Squadrilli, l'ingegnere che fece parte del gruppo di progettazione dell'ospedale. Il presidente Gianni Chiodi ha ribadito: «non è possibile che passi il messaggio che L'Aquila sia una città di cartapesta. Si tratta, invece, di una città che ha subito un sisma violentissimo e che in gran parte ha resistito».