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San Salvatore Archivio del Genio nel caos Perizie antisismiche in fumo. Ecco la denuncia

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.Il nonosocomio abruzzese non è stato sottoposto alle verifiche anti-sismiche imposte nel 2003 alle regioni da un'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, perché i tecnici che dovevano farle non sono riusciti a trovare i documenti relativi allo stabile. L'ingegner Volfango Millimaggi, incaricato dalla Regione di effettuare le verifiche, racconta che i documenti del San Salvatore non si trovavano più nell'archivio del Genio Civile, prima che lui ricevesse l'incarico. L'archivio del Genio, infatti, che doveva essere traslocato in un nuovo edificio, fu ospitato temporaneamente nell'ex liceo scientifico di Pettino, una frazione de L'Aquila. «Così - spiega Millimaggi - all'inizio dell'anno scorso andai a cercare nel liceo i faldoni relativi all'ospedale. Quando però mi ritrovai in mezzo a tonnellate di scatoloni senza alcuna etichetta di riferimento, mi resi conto che trovare quel che serviva sarebbe stato impossibile. Quindi lasciai perdere e rinunciai all'incarico». E nessuno, dopo il tentativo di Millimaggi, portò a termine quelle verifiche che l'ordinanza 3273 del 2003 imponeva di concludere entro il 2008. Nessuno, pur sapendo che cinque anni passano in fretta, si preoccupò di affidare ad alcun ingegnere altre "porzioni" dell'ospedale. Millimaggi avrebbe dovuto verificare, in particolare, il Pronto soccorso, che, ironia della sorte, è stato il reparto che che ha subito meno danni. Il San Salvatore, la cui costruzione è cominciata nel '67 su un progetto dell'architetto Marcello Vittorini e che è stato inaugurato per l'ennesima e ultima volta nel 1999, è attualmente privo delle certificazioni di adeguamento alle normative antisismiche. «La verifica - spiega Millimaggi - doveva servire proprio a scoprire che grado di resistenza potesse avere quella struttura strategica rispetto alle attuali norme», quanto mancava, quindi, per raggiungere gli standard di sicurezza odierni. «Se le verifiche avessero dato esito positivo - continua Millimaggi - avremmo dovuto riferire alla Regione gli adeguamenti da apportare, che a sua volta avrebbe provveduto alle opere di consolidamento». L'ordinanza governativa chiedeva inoltre alle Regioni di ridisegnare una mappa delle zone a rischio sismico. L'Aquila città, sia sui grafici dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sia sui tabulati allegati all'ordinanza 3273, risulta zona sismica di II livello. Avezzano, Sulmona, Pizzoli e Torninparte, comuni e cittadine che circondano il capoluogo di Provincia, sono classificati come zone di I livello. Questo significa che anche se le verifiche fossero state fatte, gli adeguamenti strutturali sull'ospedale sarebbero stati apportati per affrontare un terremoto d'intensità più contenuta rispetto a una scossa prevista per una zona sismica di I livello. E il terremoto di lunedì 6, con una potenza pari a 200mila tonnellate di tritolo, era proprio di I livello. Ritardi, dunque, come in ogni classica commedia all'italiana. Millimaggi riceve l'incarico nei primi mesi del 2008. L'ordinanza prevedeva che le verifiche fossero concluse nel 2008 su tutti «gli edifici di interesse strategico e le opere infrastrutturali - si legge al comma 3 dell'art2 - la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia sulle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso». Entro il 2008, insomma, dovevano essere verificate scuole, autostrade, cinema, ospedali e uffici pubblici. L'Abruzzo, da sola, conta 70mila strutture che corrispondono a questa descrizione. L'autostrada A24 stessa, pochi metri dopo l'uscita L'Aquila Ovest, ha subito danni alla base dei piloni del ponte sul fiume Aterno costringendo la Protezione civile a ordinare la chiusura del tratto compreso tra L'Aquila Ovest e L'Aquila Est, in piena emergenza. Ma se la verifica delle strutture sanitarie era di competenza regionale, chi doveva controllare le infrastrutture? L'ordinanza prevedeva che fossero i rispettivi enti proprietari. E a questo punto sorge un dubbio di natura economica. Se le opere strategiche abruzzesi sono 70mila e i soldi stanziati 270milioni di euro, non saranno stati troppo pochi 3850 euro per verificare ogni edificio? Se è così, l'Abruzzo si è dovuto concentrare solo su un ristretto numero di opere. E l'ospedale San Salvatore, non era tra queste! L'ingegnere Mauro Antonello Tursini, dirigente tecnico dell'Asl de L'Aquila, ha valutato attentamente i danni riportati dall'ospedale: «Si tratta di cedimenti strutturali ai pilastri. Cinque pilastri hanno quasi collassato. L'Ospedale, purtroppo, non ha subito solo danni alle tamponature, che bastano, comunque sia, a renderlo inagibile». «Le aree che hanno subito danni maggiori - precisa il tecnico - sono l'ingresso, dove entrano le ambulanze, e la farmacia». Nonostante i danni strutturali, però, Tursini è ottimista: «Personalmente riaprirei le strutture più basse e meno danneggiate tra una quindicina di giorni, ma capisco che sarà difficile convincere medici, personale infermieristico e degenti a tornare». Un'emergenza tra le emergenze. Quella che fa più scandalo.

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