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Quella nuova Casa dello Studente

Una visuale esterna della struttura moderna inutilizzata, pronta da due anni, non danneggiata dal terremoto, destinata a nuova casa dello studente.

Stop ai mutui fino a dicembre 2009

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A vederla da fuori sembra una bomboniera, piccolina e ripulita, con i suoi bei mattoncini rossi. Dentro è una scatola vuota e, al momento, non si può ancora dire se abbia o meno riportato danni seri alle strutture. È l'ipotetica nuova casa dello studente, Casale Marinangeli, nella zona di Coppito. È lì da tempo e, come dire, al suo dovere non ha mai adempiuto, e nonostante non sia in condizioni da essere immediatamente utilizzabile è sicuramente più in salute della struttura crollata in via XX Settembre uccidendo un gruppo di ragazzi. Luca D'Innocenzo da qualche mese è assessore comunale con delega alla Città universitaria, fino a ieri ed è uno ieri molto vicino, è stato presidente della Azienda per il diritto allo studio universitario, l'Adsu, che proprio della gestione delle strutture per gli studenti si occupa. Presidente determinato e attivo, che ora guarda con rabbia a tutto quello che è successo. Ma anche con tanta voglia di capire. E come prima missione ha quella di mettere un freno alle fughe in avanti. «Pensare ad oggi di mandare i ragazzi lì è improponibile - afferma - la struttura non è in condizioni di accogliere, assolutamente. Non ci sono impianti ed è una sorta di casa aperta ormai da anni. E, parlando senza aver controllato cosa è successo con il terremoto, posso dire solo che ci vogliono almeno un paio di anni di lavoro prima di poterla utilizzare». In scala, la storia di Casale Marinangeli ricalca quella di ordinaria sciatteria dell'ospedale San Salvatore: anni e anni prima di arrivare a una definizione. Anche qui, lavori cominciati, finanziamenti con il contagocce, una parte quasi completa, una parte ancora da tirare su. Insomma, la solita storia a cui si fa anche fatica a tenere dietro. «L'iniziativa partì dall'Ater - ricorda Luca D'Innocenzo - e devo dire che ho difficoltà a ricordare esattamente come andò, perché all'epoca tutto era seguito da Italo Grossi, che oggi non c'è più. Lo stabile è certamente di proprietà del Comune, che in bilancio aveva anche stanziato delle somme». Poi dalla Regione e dall'Ater la moneta ha smesso di correre e tutto si è fermato lì. Effettivamente 35 teorici posti letto in quello stabile ci sono: «Ma non sono utilizzabili, né gestibili - dice subito D'Innocenzo - vuoi perché per farci entrare delle persone bisognerà ora fare altri lavori, vuoi perché trentacinque posti non ci consentono di servire ad eventuali ospiti servizi adeguati». Qualche mese fa, in dicembre per l'esattezza, tra l'altro, il Consiglio comunale dell'Aquila accolse una mozione che aveva come primo firmatario Franco Colonna, di Impegno per l'Aquila, che riguardava i lavori di adeguamento di Casale Marinangeli a plesso scolastico, utilizzando i fondi impegnati nei lavori per l'ampliamento della scuola di Pettino. Insomma, per quelle stanze si stava pensando già ad un altro futuro. Ma D'Innocenzo aveva ipotizzato anche che potessere diventare uffici Adsu. Era stato effettuato anche u sopralluogo con i tecnici comunali, ma poi non se ne è saputo più nulla. E allora? «Allora adesso bisogna ripartire - dice l'Assessore - pensare di mettersi tutti intorno a un tavolo, Regione, Università, Adsu e Protezione civile e decidere che cosa si deve fare». Serve una progettualità di prospettiva, perché certamente il baricentro della città si sposterà e in quella direzione certamente si sposteranno i servizi. «Il diritto allo studio è sempre stato la cenerentola di questa città, e ci sono voluti 45 morti universitari per capirlo. - Luca D'Innocenzo non fa sconti - Guardiamo la finanziaria provvisoria della Regione, centrosinistra e centrodestra l'hanno fatta in accordo e hanno tagliato il 32% dei fondi riportandoli a cinque milioni di euro». Una previsione che D'Innocenzo definisce da brividi, e che avrebbe costretto a tagliare dei servizi: in un blog aveva scritto «via la mensa o i progetti di residenza diffusa e residenza ex Gesuiti». L'unica alternativa alla Casa dello Studente, le soluzioni che ci si era inventati per garantire posto ai meno abbienti. Ora resta solo uno scenario devastato dalla morte: «E nessuno che vuol ricordare per cominciare a fare un percorso di stabilità - accusa D'Innocenzo - la Regione è proprietaria del palazzo, che tiri fuori le carte per vedere chi lo ha costruito». Dei nomi, in verità circolano, e il responsabile dell'impresa edile sarebbe morto da tempo, ma un percorso documentale ufficiale, in questi giorni, non è stato ancora tracciato. E anche questa, se non è colpa, è grave disattenzione.

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