Gioielli recuperati, i tesori nel caveau dei carabinieri
Ieri, infatti, è stato dato il via alla messa in sicurezza delle opere d'arte, almeno di quelle trasportabili. Si è cominciato dal museo dell'Arcivescovado in piazza Duomo. La chiesa presenta un profondo squarcio nella cupola e nel tetto che scende lungo i muri della navata. Non migliori le condizioni dell'edificio dell'arcivescovado, dove la capriata superiore è pesantemente lesionata. Lesioni sulle scale e al terzo piano. Vigili del Fuoco, squadre di Roma, La Spezia e Treviso, hanno inziato di buon mattino l'opera di recupero. «Partiamo da qui per un'attività di recupero degli oggetti di valore storico e artistico - ha detto il sovrintendente ai Beni architettonici e paesaggestici Maurizio Galletti - Nei prossimi giorni valuteremo anche il trasferimento degli oggetti del Museo dell'Aquila. Il mammuth, conservato nel castello, comunque è integro e non presenta danni. Stiamo lavorando in sintonia con il Ministero e con i carabinieri del patrimonio artistico». I vigili del fuoco hanno posizionato le autoscale a ridosso delle finestre della curia, mentre due squadre raggiunte le stanze al primo piano hanno iniziato a recuperare gli oggetti di valore. Il tesoro del Duomo è costituito da centinaia di arredi sacri. Calici preziosi, mitrie e paramenti ricamati in oro, ampolle e vasi d'argento, numerosi turiboli e altri oggetti sacri. Il forte vento sembra far barcollare anche la pesante autoscala. Tra gli oggetti che sono stati recuperatia anche la Croce di Meo dei Quatrari, di inizio Quattrocento, della scuola di Sulmona. Ci sono anche croci arcaiche del Trecento. Tutto il materiale, una volta portato a terra, viene catalogato dalla Protezione civile prima di essere imballato. Le operazioni sono coordinate dal capitano dei carabinieri del Patrimonio artistico Massimiliano Quagliarella. Il materiale è stato poi spedito a Roma al nucleo tutela patrimonio dei carabinieri dove sarà conservato nel caveau del comando carabinieri in via Anicia, nel cuore di Trastevere. «La stima non è quantificabile - spiega l'ufficiale dei carabinieri - Oltre al valore dei preziosi, c'è il legame devozionale che rende ognuno di questi oggetti unico». L'attività di messa in sicurezza è proseguita per tutto il giorno nelle chiese de L'Aquila. A Paganica le squadre dei vigili del fuoco di Salerno hanno recuperato la statua della Madonna Immacolata che era sulla facciata pericolosamente in bilico dell'omonima chiesa. All'interno sono stati portati in salvo dai vigili campani anche una statua lignea della fine del '500 sempre raffigurante l'Immacolata concezione e ancora tele di grandi dimensioni. Tutto è stato trasferito al castello di Celano, base operativa attrezzata dal Ministero dei Beni culturali per catalogare e conservare le opere d'arte delle zone terremotate. I vigili di Salerno sono poi entrati con alcuni esperti della Sovrintendenza anche nell'altra chiesa di Paganica, quella dedicata a Maria Assunta, dove sono stati portati via arredi sacri e tele. Durante le fasi di recupero delle opere d'arte a Paganica c'è stata l'inattesa visita del critico d'arte e sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi. «Questo è un bel recupero», ha sottolineato alla vista della statua lignea dell'Immacolata, indagando con la mano lo stato del legno e della copertura d'oro. Poi, in perfetto stile polemico, ha sottolineato come su un giornale fosse riportato che sono già 150 i comuni che vorrebbero iscriversi nella lista dei paesi terremotati. «Così si rischia di sottrarre risorse e benefici a quelli veramente danneggiati dal sisma - ha detto Sgarbi - In questo modo anche Roma potrebbe considerarsi terremotata, visto che la scossa è stata avvertita anche lì». Il primo recupero è concluso. I camion con il tesoro delle chiese aquilane vengono scortati dai carabinieri in luoghi sicuri. Lontani dagli sciacalli e dalle scosse telluriche.