Gli sfollati rientrano in casa sotto scorta
I vigili del fuoco li hanno scortati famiglia dopo famiglia per tutto il giorno. Corso Federico II, che taglia in due la città, era un via vai di jeep e furgoni rossi zigzaganti tra cumuli di macerie e desolazione. Gli sfollati si sono radunati nei due punti di accoglienza allestiti dai pompieri alla Fontana Luminosa e a Colle Maggio. Hanno compilato il foglio della richiesta con l'indirizzo della propria abitazione e hanno atteso in fila che arrivasse il proprio turno. Ma erano preoccupati. Gran parte di loro non sa in che condizioni troverà casa. Domenica notte, quando sono stati svegliati dal terremoto, sono corsi in strada nel buio, senza mai voltarsi. Non sanno nemmeno se i vigili li faranno entrare insieme a loro. «Questo dipende dalle condizioni del fabbricato - spiegano con calma i pompieri davanti alla postazione mobile - se non sarà possibile ci darete istruzioni su dove trovare gli oggetti che volete recuperare rimanendo all'esterno». La signora Emilia, che proprio lì a Colle Maggio ha lavorato come professoressa di Economia del lavoro nell'ex Istituto tecnico femminile che da' sui giardini, è convinta che non riuscirà a trovare tutto. Mentre tenta di ricordare a voce alta dove aveva poggiato i suoi gioielli domenica sera, prima di coricarsi, piange. Piange per lei, per suo marito e per sua figlia, giovane madre colpita da una grave malattia: «Tutte a noi, tutte a noi!». Poi gli viene in mente dove ha messo l'anello e gli orecchini prima di andare a dormire, ma è rasseganta: «Li avevo messi sul comodino, chissà dove sono andati a finire. La camera ballava tutta». I vestiti però sono più importanti. Lo sa bene Lucio Baglioni che in 6 giorni ha cambiato tre città insieme a sua moglie e alla sua bambina bionda impegnatissima a raccogliere fiorellini nelle aiuole di Colle Maggio. «Lunedì siamo andati a Viterbo, poi a Teramo e ora siamo in un albergo di Giulianova. Ho bisogno di vestiti. Questi che indosso - spiega pizzicando con pollice e indice la maglietta nera che indossa - me li hanno prestati alcuni residenti di Giulianova». E Lucio ci tiene a sottolineare che gli abruzzesi delle altre province «non ci stanno lasciando soli. Quando lo dice si commuove. «Una grande prova di solidarietà e bontà d'animo e mi fa schifo quel propritario di un camping sul mare che ha chiesto ad alcuni sfollati di essere pagato, e pure in anticipo». Anche alcuni studenti erano in attesa di un passaggio in jeep. Vogliono recuperare testi universitari, dischetti e computer portatili. Una ragazza vuole invece ritrovare il suo libretto universitario: «Quei voti mi sono costati troppa fatica!». Qualche fuoristrada, intanto, inizia a tornare. Enrica, un'universitaria, è riuscita a recuperare tutto: «Ma proprio tutto - dice soddisfatta - Anche se l'appartamento era a soqquadro, è ancora agibile». E si avvia insieme alla mamma verso la macchina con tre bustoni pieni di oggetti e ricordi. Luca, sulla trentina, è appena sceso dal furgone. Ha con sé una grossa valigia piena di vestiti. Pare anche che abbia recuperato un po' di buon uomore: «Sembra che sto partendo per le vacanze di Pasqua, vero? Magari! - e aggiunge - Spero di poter tornare il prima possibile nella mia città». Una famiglia scende da un altro mezzo pesante dei vigili del fuoco. I due coniugi si slacciano il casco di sicurezza che gli hanno fatto indossare i pompieri e si guardano soddifatti. In una busta c'è la playstation dei figli. «L'hanno voluta a tutti i costi - dice sorridendo - Almeno così si distraggono un po'. E per me il decoder. Così magari provo a distrami anche io». Nella folla si fa largo una signora stanca di aspettare: «Devo andare a prendere il gatto - esclama - qualla povera bestia non mangia da una settimana». I vigili del fuoco accontenteranno anche lei.