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"Non costruiremo baraccopoli, avrete alloggi degni"

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Così, subito dopo la cerimonia funebre delle vittime del terremoto, il Cavaliere fa una riunione tecnica con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e il presidente della Regione Gianni Chiodi. «Abbiamo cominciato a ragionare seriamente sulla ricostruzione in Abruzzo», dice ai giornalisti che lo aspettano in sala stampa. Pensare, dunque, subito a come costruire, a come tornare ad una situazione di semi normalità, e quindi a come tenere il meno possibile gli sfollati nelle tendopoli. Prima di tutto un bilancio: 292 vittime. Una cifra che potrebbe ancora salire, dato che risultano ancora un decina di dispersi. La terra non dà tregua, continua a tremare: alle 21.38 di giovedì c'è stata una scossa di 4,9 gradi Richter, cui sono seguite altre scosse venerdì poco prima delle 5.30 (magnitudo 3,7), alle 8.41 (3) e alle 13.53 (3,1). Dal governo arriva anche un bilancio aggiornato anche sul numero degli sfollati. Sono quasi 39.500: 24.138 sono nelle tende; 15.350 sulla costa in 139 hotel e in 1.680 abitazioni private. Ed è sugli sfollati che il premier punta tutta la sua attenzione. Ora loro sono la priorità. Anche perché, come Berlusconi stesso racconta ad alcuni cronisti, in base alle esperienze passate, superate le prime ore, quelle in cui il senso dello scampato pericolo è dominante, i giorni cioè dell'aiuto e della solidarietà, subentra prima la «fase della disperazione» che arriva prendendo coscienza della situazione drammatica, e dopo quella «della rabbia» che nasce dal senso di abbandono. «Ma questo non deve succedere - avverte il premier -. Il governo farà di tutto per allocare in situazioni degne le persone, senza tenerle troppo nelle tende o costruendo baraccopoli o portando roulotte». Proprio per questo, durante la riunione tecnica, Berlusconi ha chiesto a Bertolaso, entro mercoledì, l'elenco di tutte le case non affittate nella provincia dell'Aquila. Per quanto riguarda la ricostruzione, il premier ha illustrato una serie di iniziative che, partendo dal piano delle «adozioni» (100 progetti da affidare alle 100 province italiane), puntano sul coinvolgimento di enti internazionali e dei privati. Su questi ultimi, il premier spiega che, «se potranno fare direttamente a loro cura e spese la ricostruzione o il restauro», la formula migliore sarebbe un sostegno economico da parte dello Stato, in modo da favorire l'accensione di mutui. Ci sono poi i beni culturali ed artistici, patrimonio notevolmente danneggiato dal sisma. Il premier rilancia la proposta a tutti i Paesi stranieri interessati di offrire la loro disponibilità per finanziare la ricostruzione di singole opere. «C'è qui per esempio un forte spagnolo: sarebbe bello se Zapatero se ne occupasse». Oltre alla Francia in campo c'è anche la Germania che attraverso l'ambasciatore tedesco in Italia Michael Steiner si è offerta di ricostruire i beni artistici di Onna. L'incontro con i giornalisti non dura molto. Il premier dice di essere ancora scosso per la cerimonia funebre. Saluta così la stampa ribadendo a tutti che lui continuerà ad essere presente a L'Aquila, anche domani: «Bertolaso non vuole che io venga, dice che mi devo riposare, ma io vorrei venire sia a Pasqua che a Pasquetta».

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