Spunta l'ipotesi di chiedere alla Ue una deroga sul deficit
Come per la tempestività dell'intervento sulle zone colpite dal sisma così per la ricostruzione in tempi brevi e senza sperpero di denaro, Berlusconi vuole giocarsi tutta la sua credibilità. Un po' come è stato per l'emergenza rifiuti di Napoli. Due le direttrici da seguire: l'edilizia e il tessuto industriale. Il Consiglio dei ministri di oggi prenderà in esame proprio le modalità di intervento anche se lo stanziamento puntuale delle risorse è rinviato a dopo Pasqua, quando si comincerà a fare la quantificazione dei danni e delle somme che occorrono. Il primo canale di finanziamenti è quello europeo con il Fondo di solidarietà per le catastrofi naturali. L'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci ha consegnato una lettera al commissario Ue per le politiche regionali, Danuta Hubner nella quale si specifica che la richiesta di finanziamenti verrà inoltrata non appena saranno disponibili i dati aggiornati sull'entità dei danni causati dal sisma. Il Fondo di solidarietà per le catastrofi naturali dispone di un bilancio annuo fino ad un miliardo di euro. L'Italia ne ha già beneficiato nel 2003, per una somma pari a 47,6 milioni. Il ministro Matteoli ha detto che solo per quanto riguarda l'edilizia e le case la stima dei danni ammonta a 1 miliardo e 300 milioni di euro, cifra destinata ad aumentare perché ci sono i danni all'imprenditoria che devono essere ancora valutati. Per il settore industriale oggi sarà convocata una task force a Pescara con il compito di monitorare lo stato del settore industriale. Il ministero dello Sviluppo Economico sta preparando una serie di progetti per l'utilizzo dei fondi comunitari. Il ministero dell'Economia ha fatto sapere che ci sono 5 miliardi per le emergenze ai quali attingere. Nei comuni interessati dal sisma saranno poi sospese le scadenze fiscali e rinviate in una data successiva. Non è previsto un aggiornamento del Documento di programmazione economico a fronte delle spese impreviste per gli interventi e la ricostruzione. Una fonte di gettito sarebbe stata individuata in una riproposizione dello scudo fiscale allo studio del ministero dell'Economia. L'operazione fu già effettuata nel 2001 in occasione del changeover all'euro per favorire il rientro dei capitali con una imposta sul 2,5% per le somme rimpatriate tramite autodenuncia. Tra le altre ipotesi sul tappeto anche quella di chiedere a Bruxelles una deroga al patto di stabilità, in modo che non vengano considerate ai fini del calcolo del deficit pubblico, le spese per la ricostruzione. Arrivano nel frattempo le dichiarazioni di aiuti per la ricostruzione. Gli Stati Uniti sono disponibili a prendere in considerazione la possibilità di collaborare al restauro e alla ricostruzione di monumenti storici, opere d'arte e chiese danneggiati dal terremoto dell'Aquila. C'è poi il problema di quanti hanno le rate del mutuo da pagare per un'abitazione che intanto è stata «polverizzata» dal sisma.