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Chiodi: "Non mi aspettavo tanta solidarietà"

Il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi

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E' dalla notte del terremoto che non smette un attimo di lavorare. Dormendo pochissimo per rimanere il più possibile tra la sua gente, tra quelli che lui stesso definisce «i miei abruzzesi». Un popolo forte, «più tosto del terremoto». Svegliato nella sua casa di Teramo dal violento sisma di domenica notte, allertato pochi minuti dopo della gravità della situazione, Gianni Chiodi è stato tra i primi ad arrivare nel capoluogo abruzzese. «Ho lasciato la mia famiglia, con le mie due bambine, a Teramo e mi sono catapultato a L'Aquila. Mai avrei potuto immaginare una tragedia simile». Giacca della Protezione Civile, scarpe comode, jeans e maglia sportiva: Chiodi incontra gli sfollati, parla con loro, partecipa alle riunioni con Berlusconi e il governo, sta al fianco di Bertolaso nei lavori di soccorso. «Non sto tornando neanche a casa per dormire, non me la sento». E questo perché, io mi sento «il sindaco degli abruzzesi, e quindi voglio stare al loro fianco in questa tragedia». Presidente ci sono diversi tecnici al lavoro per la ricostruzione. Fase operativa, dunque, già cominciata? «Mi creda, per me la fase operativa è cominciata lunedì alle 4.15 del mattino. Da subito ho pensato a come poter far tornare la città e i suoi abitanti ad una vita normale». Obiettivo a cui sta lavorando il governo: ci sono diversi tecnici a lavoro su diversi ambiti. Preoccupato un po'? «No. Ci sono tavoli aperti su diverse questioni. Si faranno diverse ipotesi che poi saranno aggiornate una volta che il quadro sarà completo di tutto. La cosa più importante è pensare ai 25mila sfollati. Non potranno rimanere negli alberghi sine die». Quindi a cosa state pensando? «Ci sono diverse ipotesi: case di legno, abitazioni riutilizzabili. Ma ripeto, è tutto ancora da definire. Subito dopo Pasqua ci sarà un briefing tra tutti e si deciderà, anche per la ricostruzione».   Il presidente del Consiglio qualche ipotesi però l'ha già prospettata. «Il presidente Berlusconi va oltre, guarda in prospettiva tutti i lavori. Ecco perché non solo pensa alla ricostruzione del centro storico, ma vuole realizzare anche le new town. Questo per dare una speranza ai tanti giovani di questa zona». Cosa ne pensa dell'idea lanciata ieri da Berlusconi di affidare la ricostruzione alle province, suddividendo il tutto in cento progetti? «È sicuramente un progetto interessante, e anche molto utile». Non sembra molto convinto. «Non è vero. Credo solo che essendo un'idea del tutto innovativa, vada valutata bene, in tutte le sue sfaccettature. Ma questo il presidente Berlusconi lo sa bene». Da presidente della Regione quali sono le priorità per le zone colpite? «Pensare ai senzatetto, ma anche al problema delle scuole. Oggi sarà qui il ministro Gelmini per una riunione con i prefetti proprio per stilare un piano operativo per non far perdere l'anno scolastico agli alunni». Ci sono edifici scolastici danneggiati dal terremoto? «Per fortuna no. Per questo si può lavorare per riportare i bambini in classe. Certo, bisognerà studiare come, vista la situazione. Ma l'obiettivo è quello». Mentre gli uffici della Regione sono stati distrutti? «Esatto. La sede principale è completamente inagibile. Per carità nulla in confronto a tutto il resto. Ma siamo rimasti tutti, 130 persone, senza ufficio in un momento come questo. Nei prossimi giorni decideremo come organizzarci». Sono arrivati tanti gesti di sostegno e di solidarietà, non solo dall'Italia, anche da altri Paesi. Se l'aspettava? «No, assolutamente. Non mi aspettavo tutti gli aiuti che sono arrivati, tutto questo affetto. Pensi che nelle zone colpite sono presenti tutte le Regioni. E poi telefonate da tutti i colleghi. Sono rimasto davvero sbigottito. Ho ricevuto anche una lettera dal presidente francese Sarkozy e Carla Bruni, dove oltre al cordoglio manifestano grande apprezzamento per il coordinamento di una situazione terribile come quella che stiamo vivendo». Più volte ha detto che quello che serve agli sfollati non sono né generi alimentari né vestiti, ma soldi. «È così. Abbiamo tutto. Quello che serve sono proprio i soldi. Per questo abbiamo aperto un conto corrente postale. Il numero è 10400000, inserendo come causale "contributo pro terremoto d'Abruzzo"». Domani ci saranno i funerali di stato per le vittime, un momento di grande commozione per tutti. Quale sentimento porterà nel cuore? «Sicuramente tanto dolore per tutto quello che è successo. Ma anche un augurio: quello di vedere nei prossimi anni realizzata la ricostruzione dell'Aquila. Ogni anno un pezzo di città. Sì, parlo di anni, perché purtroppo so che dovranno passare anni prima di arrivare alla fine».

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