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Scene di panico per falsi allarmi

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«Èprevisto un fortissimo terremoto, lasciate subito le vostre case» era il messaggio lanciato via Sms o attraverso il telefono da irresponsabili spacciatisi per rappresentanti della Protezione civile o delle forze dell'ordine. A Teramo, Pescara, Montesilvano, Penne, Atri, nella Marsica, si sono riversati in strada nel primo pomeriggio di ieri interi nuclei familiari e anche dipendenti di banche e uffici pubblici. Panico a macchia d'olio e telefonate a raffica al «118» e ai centralini di polizia e carabinieri, anche da parte dei responsabili di aziende che chiedevano se fosse il caso di evacuare tutti i dipendenti. A Chieti il personale dell'ospedale ha dovuto faticare non poco per convincere i ricoverati a non scappare dai reparti. A Guardiagrele il sindaco Mario Palmerio ha sbarrato l'ingresso del Municipio per impedire il fuggi fuggi di molti dipendenti. L'allarme è corso di bocca in bocca e ha superato anche i confini dell'Abruzzo diffondendosi a Pesaro, Ascoli Piceno e nel Lazio. «In un momento in cui si dovrebbe essere vicini e solidali alle popolazioni colpite dal sisma, c'è chi sparge timori ingiustificati, seminando panico in modo del tutto imbecille», ha commentato il vicesindaco di Pescara Camillo D'Angelo. Il Questore di Teramo, Piero Angeloni, ha smentito categoricamente gli allarmi ricordando che dietro i falsi addetti della Protezione civile si celano sciacalli senza scrupoli, intenzionati a rubare nelle case. Per questo pattuglie dei vigili urbani a Pescara e in altri centri dell'Abruzzo sono state inviate in strada con i megafoni per invitare la gente alla calma. P.D.A.

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