I soccorsi, è una lotta contro il tempo
Trema. La terra continua a tremare. Sobbalzi e paura nella colonna sonora di calcinacci che cadono e stridii sordi di macerie che si compattano. I soccorritori sembrano immuni e continuano a scavare. A mani nude, con le ruspe, nella speranza, man mano che passano le ore si fa sempre più flebile, di ritrovare ancora qualche sopravvissuto sotto la montagna di detriti. "Come facciamo a tirarlo fuori se continua a tremare. Povero figlio!". E' quasi un urlo disperato quello della mamma di Luca Lunari sepolto nella Casa dello studente. Disperso dal primo momento, i genitori sono qui da lunedì mattina all'alba. Abitano a Rieti. La donna non ha più lacrime. Gli occhi sono rossi, lo sguardo straziato dal dolore e dall'ansia. Dalla disperazione. Il marito la stringe a sè. Luca, vent'anni, iscritto a ingegneria informatica. «Da sempre appassionato di computer», bisbiglia il padre che trattiene il dolore per sostenere la moglie. Luca è padre di una bambina di sette mesi. «Non era una struttura per ospitare dei ragazzi - si sfoga la mamma - non aveva neppure un'uscita di sicurezza. Una scala d'emergenza». Si gira verso i vigili del fuoco al lavoro sulle macerie della Casa dello studente. Scuote la testa, volge lo sguardo altrove. Guarda il marito che la stringe ancora più forte. I vigili del fuoco non demordono ce la mettono tutta. L'altra notte due miracoli sono avvenuti: Marta e Valeria sono state tratte in salvo. Sotto due caseggiati diversi, una in via S. Andrea, l'altra in via XX Settembre, ma vive. Marta era finita sotto tre piani interamente crollati. «Un lavoro certosino, un masso alla volta. Cesoie e forza di braccia ma l'abbiamo salvata», racconta Domenico Di Bartolomeo ingegnere dei vigili del fuoco. Un lavoro tremendo di questi uomini dal casco rosso che non si risparmiano. Sono sfiniti ma continuano a scavare senza sosta ovunque serva. Sono arrivati da tutta Italia. Si danno il cambio sulle montagne di detriti. Volti e divise imbiancate, senza aver dormito, sono loro in prima fila. Loro a tirar fuori le vittime di questa tragedia. «Stanotte abbiamo recuperato tre cadaveri - quasi balbetta dalla stanchezza il pompiere del distaccamento di Marino in provincia di Roma - Un giovane, la nonna e un uomo ancora da identificare». Sta per avere il cambio: è da lunedì all'alba che fatica tra le case crollate di Onna. Ora al lavoro ci sono i «caschi» di Fiumicino: stanno recuperando qualche effetto personale nelle case distrutte. «Lo sforzo che si sta compiendo - ha detto il sottosegretario all'Interno Nitto Palma giunto sui luoghi del sisma - è immane. Tutte le componenti della protezione civile stanno operando al massimo. E poi c'è questo grande corpo dei vigili del fuoco che si sta prodigando veramente oltre ogni limite. Lo Stato ancora è presente. Speriamo di poter salvare ancora vite umane». Poi volgendo lo sguardo alla distruzione che lo circonda: «La forza e la tenacia degli abruzzesi ci saranno di grande aiuto nell'opera di salvataggio delle persone e nella ricostruzione». Speranze che si accendono e che si spengono. Nell'aiuola spartitraffico di via XX settembre davanti alla Casa dello studente il gruppetto di ragazzi sta con il fiato sospeso. Mancano all'appello ancora quattro loro colleghi. Un vigile si avvicina con una carta di identità. Gli amici trasecolano. È Annamaria. Subito un giovane biondo compone un numero sul cellulare. Squilla ma non risponde nessuno. Allora via con un altro numero. «Rosario, Annamaria è con te? L'hai vista? Sta bene?». La risposta positiva fa tirare a tutti un sospiro di sollievo. Aneliti di speranza che durano istanti. Dopo ore di lavoro con una gigantesca gru che solleva i pilastri ecco recuperati i corpi di due studentesse. Angela Pia Cruciano, studentessa di ingegneria di 24 anni, di Sannicandro Garganico, e Ilaria Placentino, di 20 anni, studentessa di economia e commercio, di San Giovanni Rotondo sono state trovate prive di vita sotto le macerie. La sorella di Angela, Nadia si era salvata miracolosamente perché domenica sera aveva cambiato stanza. Restano dispersi Luca Lunari di Rieti e Luciana Capuano, di 20 anni, studentessa in Medicina, anche lei di San Giovanni Rotondo. I suoi genitori sono già all'Aquila, impietriti di fronte a quella palazzina piegata su un fianco. Vigili eroi fino all'estremo sacrificio. È deceduto il capo squadra esperto Marco Cavagna, cinquant'anni, di Bergamo. Era giunto lunedi all'Aquila dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bergamo, alla guida di un mezzo per aggiungersi ai tanti soccorritori che stanno lavorando sulla zona del sisma ed è stato colto da un improvviso malore. E c'è l'altro pompiere, malato di diabete, in prima linea a Onna la frazione completamente distrutta. La sua storia l'ha raccontata la figlia Angela via mail. «Papà ha raccontato a me e a mamma di essere a Onna - dice Angela - Ho visto le immagini di quel paese distrutto e ho pensato a tutte quelle persone che non hanno più una casa, a chi è morto. Ma poi il mio pensiero è tornato al mio eroe, mio padre. Mi ha rassicurato dicendomi di aver mangiato pane, olio e sale. Poi tonno e fagioli. Purtroppo non abbiamo parlato tanto perché i cellulari lì sono ormai scarichi e non c'è tempo per stare al telefono. Domani sera gli dovrebbero dare il cambio e allora ci racconterà cosa ha visto». I vigili del fuoco piangono anche un altro lutto. Hanno raccolto dopo 30 ore di lavoro il corpo senza vita della figlia del comandante dei vigili del fuoco di Pescara, Cesare Gaspari. Il corpo della ragazza, una giovane studentessa, è stato recuperato dalle macerie di un palazzo di piazzale Pasquale Paoli, nel centro storico dell'Aquila. Il comandante Gaspari è stato tra i primi ad intervenire per i soccorsi la notte tra domenica e lunedì. Lutti, stanchezza. Pericoli ma la ricerca dei dispersi non si ferma. «Fino a quando non li troviamo per noi sono vivi, ma le speranze sono ormai flebili - puntualizza l'ingegnere dei pompieri Gabriele Miconi - Tranquilli, non molliamo continueremo a lavorare giorno e notte in qualunque condizione».