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Il disperato abbraccio delle mamme ai figli

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Pensierileggeri, svaniti insieme al tentativo materno di proteggerli. Una morte improvvisa, violenta, come quella degli altri piccoli coetanei, e delle loro madri, inghiottiti dalle macerie a L'Aquila e negli altri centri devastati dal cataclisma. Sono tante, nell'Abruzzo sconvolto dal sisma, le storie che raccontano di mamme disperate. Donne che piangono i loro bambini che non ci sono più, o che sono morte insieme a loro. Come in via Campo Fossa, appunto, tra le case del centro dell'Aquila, dove i soccorritori non hanno trattenuto le lacrime di fronte all'ultimo abbraccio di una mamma ai suoi due figli. Poco più in là, sotto le macerie, se ne sono andati anche Giovanna - la moglie dell'agente scelto della forestale Luigi Giugno, pure lui deceduto - e il figlio Francesco, due anni appena. Il fratellino di quest'ultimo non era neppure nato, angelo senza nome, che avrebbe dovuto vedere la luce tra qualche giorno. Una tragedia nella tragedia, come quella che si è portata via madre e figlia di pochi anni a San Gregorio. Davvero strano, e crudele, il loro destino: partite dalla Francia, dove abitavano, erano arrivate solo ieri sera nell'antico centro medievale per trascorrere le vacanze di Pasqua con i loro parenti italiani. E sempre a San Gregorio il terremoto ha ucciso un'altra giovane mamma, che si è sacrificata per proteggere la figlia di due anni. I vigili del fuoco l'hanno trovata accartocciata come uno scudo al corpicino della bimba, che ha attirato i soccorritori con il suo pianto. Piange, ma questa volta per lo scampato pericolo, Annalisa Angelini. La giovane donna, 28 anni, è riuscita a schivare la macerie dell'ospedale di L'Aquila con in braccio la figlia Giorgia, nata da poche ore. «Mi hanno fatto il cesareo ieri sera - racconta - e sono riuscita ad afferrare la piccola e a scappare via». Un lieto fine che proietta un raggio di speranza.

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