La Corea del Nord sfida il mondo

NEWYORK La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e Washington, secondo la quale anzi il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via ad una giornata ad alta tensione in Estremo oriente e nel mondo, che si è chiusa nella notte con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio 2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme perché il vettore ha di sicuro percorso più di 3.000 chilometri, in base alle valutazioni circolate. Per valutare l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro Aso, durante i 10 secondi in cui è apparso ai giornalisti subito dopo l'allarme generale che ha funzionato meglio rispetto al flop della vigilia: «Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto con una voce sottile. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le 4.30 in Italia), per Pyongyang è stato però alle 11.20. Il primo modulo del vettore è finito come previsto nel mar del Giappone a 270 chilometri dalla prefettura di Akita, mentre il secondo è caduto nel Pacifico, ma soltanto a 1.270 chilometri di distanza dalla costa nipponica invece dei 2.000 e più attesi dai nordcoreani. Il razzo ha superato il Giappone sette minuti dopo l'accensione, è finito nell'oceano Pacifico in appena 13 minuti, sulla base delle ricostruzioni. Secondo Seul, il razzo è sembrato trasportare un satellite, mentre Tokyo propende per una maggiore prudenza, rimandando a un esame più approfondito. Giappone e Corea del Sud hanno condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu. L'obiettivo è votare all'unanimità un documento che preveda contromisure forti. Ma sarà difficile convincere Cina e Russia a votarlo.