E Franceschini si consola insultando il Cav
Unattacco al quale ieri ha risposto il segretario del Pd, Dario Franceschini, aprendo una polemica al calor bianco tra i due poli. Il ciclo di Berlusconi «sta finendo» e questo spiega il suo «nervosismo», le sue minacce ai giornali e le sue «gaffe» ai vertici internazionali, afferma Franceschini suscitando l'immediata risposta del Pdl: «Ad essere finito è il ciclo della sinistra», replica il sottosegretario Paolo Bonaiuti. La principale preoccupazione dell'opposizione riguarda proprio le minacce alla stampa pronunciate sabato sera da Berlusconi, che fanno temere un nuovo «editto bulgaro». Parlando ad Amalfi ai giovani del Pd proprio delle «misure dure» preannunciate da Berlusconi contro i giornali, Franceschini ha anche detto: «Il suo è il nervosismo di chi capisce che dopo tanti anni qualcuno ancora ride per le sue scenette, ma nessuno più si spaventa per le sue minacce». Il segretario del Pd è poi tornato a criticare Berlusconi (e Di Pietro) anche per la loro decisione di candidarsi alle Europee, pur non potendo sedersi al Parlamento di Strasburgo: «Questi sono voti e preferenze buttate via». Al leader del Partito Democratico rispondono numerosi esponenti del Pdl, a partire da Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato, che invita i dirigenti del Pd a «portare dal medico» Franceschini e a «curarlo». Il vice-presidente della Camera, Maurizio Lupi, accusa i democratici di proporre «la solita vecchia minestra dell'antiberlusconismo», mentre il ministro Gianfranco Rotondi, sostiene che le affermazioni sulla fine del ciclo berlusconiano «sono più un desiderio della sinistra che una realtà concreta». Per Paolo Bonaiuti «è solo l'invidia che spinge Franceschini a pronostici così sballati». «Il ciclo politico che sta finendo in Italia — aggiunge — è quello della sinistra. Franceschini è una piccola e friabile meteora che non lascerà traccia». A Bonaiuti replica, a stretto giro di posta, Piero Martino, portavoce di Franceschini: «Non riesce più a coprire il nervosismo del suo vecchio leader in declino», dice. Entra nella polemica anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini che invita il presidente del Consiglio ad occuparsi di più della crisi che dell'informazione di cui in Italia «detiene il monopolio». Intanto, Giuseppe Giulietti, presidente di Articolo 21, lancia l'allarme di «un editto bulgaro bis» da parte di Berlusconi, dopo quello contro Biagi e Santoro nel 2001. «Potrebbe sembrare solo il delirio di una persona stanca — ammonisce — ma visti i precedenti sarà il caso, come ha rilevato la Fnsi, di non abbassare la guardia». Anche Vincenzo Vita, del Pd si dice preoccupato e invita a non considerare «battute» le parole del premier bensì «sintomi terribilmente seri di una inaccettabile forma di autoritarismo». E lancia l'allarme di una «stampa imbavagliata» in vista delle europee e dell'inasprimento della crisi economica.