Casini: «Ci candidiamo a governare il Paese»

«Ilpartito che nascerà alla fine dell'anno dovrà essere aperto. Nè pensiero unico, nè leader unico. Un partito che io personalmente non guiderò». Un Pier Ferdinando Casini a briglia sciolte è quello che ieri pomeriggio ha chiuso la due giorni di convention dell'Udc. La sua gente lo acclama. Lo rincorre ovunque all'Auditorium della Conciliazione pur di potergli scattare una foto. Poi c'è quel «Vento di Centro», slogan della manifestazione, che soffia verso il partito della Nazione. Certo, non si formerà prima della fine dell'anno, ma l'avvertimento è lanciato: «Costruiremo un partito che si propone di governare quando si saranno spenti i fuochi fatui della propaganda e della demagogia. Quando l'illusione bipartitica sarà finita noi ci saremo». «L'illusione bipartitica - continua il presidente dell'Udc -, cadrà fin dalle prossime elezioni europee, noi siamo l'alternativa e siamo pronti a concorrere al governo del Paese, ma non chiedeteci con chi stiamo, perché se facessimo una scelta di campo saremo in contraddizione con noi stessi». Dunque, nessuna scelta dopo aver tuonato contro quelli che vengono definiti i due «blocchi conservatori». Così se da una parte Casini attacca il governo che di fronte alla crisi fa emergere «un modello di statalismo di ritorno, anzi direi di neopaternalismo berlusconiano», dall'altra se la prende con il Pd che, fallito il tentativo di Veltroni, deve fare i conti con la «virata a sinistra» di Franceschini. «Che cosa farà sul tema della giustizia - si domanda Casini - sceglierà la strada del giustizialismo o della riforma?» E ancora, sulle questioni etiche, «sceglierà la Binetti e Rutelli o il richiamo laicista delle vestali del laicismo come Emma Bonino?». Affermazioni che sfociano in un invito a tutti gli ex democristiani: «La vostra casa è qui non con le bandiere rosse e con la Cgil in piazza». Ma le critiche più sonanti sono tutte rivolte alla Lega: «Ci minacciò dicendo "Mai più allenaze con chi non vota il federalismo" e invece ora sono li a battere alle nostre porte per stringere accordi per le Amministrative». Casini infatti, dopo aver ricordato la bocciatura del federalismo da parte dell'Udc, critica il partito nordista bollandolo «di lotta e di governo» e contrapponendolo al suo definito «della Nazione e che non rincorre le coorporazioni del Nord, del Sud o addirittura del Centro». Infine, nessuna citazione di Fini. Se non indiretto: «L'evocazione dello stato etico non può essere banalizzata. La storia ha conosciuto lo stato etico nella Germania nazista e nella Russia stalinista dei Gulag, noi vogliamo uno stato laico che rispetti Dio e la religione, quale fondamento può avere la laicità dello Stato se non si fonda sulla libertà per tutti, per chi crede o non crede e sceglie di viver e la sua fede senza retorica».