Berlusconi sblocca la Nato. E dicono che è una gaffe
{{IMG_SX}} Quando entra nella sala stampa Berlusconi ha il volto tirato e l'espressione seria. Quasi arrabbiata. Alcune comunicazioni di servizio, ma senza domande da parte dei cronisti. «Questo è quello che vi dovevo dire, grazie dell'attenzione, buon lavoro», chiosa il premier. Del resto, la sera prima, ai giornalisti che lo aspettavano in albergo a Baden Baden, Berlusconi aveva manifestato tutta la sua irritazione: «Io lavoro per l'Italia e voi contro», accusa il premier facendo riferimento a come i giornalisti hanno raccontato il G20 di Londra. Troppo spazio per le presunte gag e il falso rimprovero della Regina. «A un certo momento io non voglio arrivare a dire» che servono «azioni dirette e dure nei confronti di certi giornali e di certi protagonisti della stampa, però sono tentato perché non si fa così». Intanto, «niente più conferenze stampa d'ora in poi». Così, a Strasburgo scatta in piedi subito dopo aver espresso alla stampa la sua soddisfazione per le conclusioni del vertice Nato ed aver sottolineato il suo ruolo centrale nella trattativa con la Turchia che ha portato alla nomina di Rasmussen. In effetti la mediazione con la Turchia c'è stata. Ma non senza, anche qui, note di colore e accenti polemici verso un capo di Governo «che salta i cerimoniali». La giornata è iniziata con la simbolica passeggiata dei venti leader sul grande ponte che collega la Francia alla Germania. Arriva per primo Berlusconi e Angela Merkel. Il cancelliere tedesco, in tailleur bianco, accoglie tutti su una passerella con tappeto rosso. Berlusconi scende dalla macchina con il cellulare all'orecchio e con alcuni gesti fa capire alla Merkel che ha un'importante telefonata in corso. Così, invece di dirigersi verso di lei, il Cavaliere fa marcia indietro e si mette a passeggiare sulla riva del fiume continuando a parlare al telefono. Passa qualche minuto e la notizia rimbalza da un sito all'altro. Ci risiamo, «Silviò non rispetta i cerimoniali», «il premier italiano fa aspettare la Merkel». In realtà il Cavaliere era al telefono con il primo ministro turco Tayyip Erdogan, come raccontano poco dopo fonti governative, spiegando che il colloquio del presidente del Consiglio e del premier turco verteva sul nodo del successore alla carica di segretario generale della Nato. Per la nomina del nuovo segretario della Nato era in pole position il (poi nominato) premier danese Anders Fogh Rasmussen. Su questa proposta soltanto Erdogan si opponeva. Da qui il tentativo di Berlusconi per sbloccare una situazione che sembrava a un passo dalla conclusione e che invece ancora non si era realizzata. Nella conferenza stampa in versione ridotta a Strasbrugo, Berlusconi torna sulla sua presunta gaffe: «Il cancelliere tedesco Angela Merkel sapeva benissimo che ero al telefono» con il premier turco perché «ero stato incaricato» da Sheffer di «contattarlo direttamente» per tentare di sbloccare lo stallo. Il premier spiega poi anche le decisioni prese durante il vertice Nato per l'Afghanistan. In totale verranno inviati 5000 militari, 500 quelli italiani. «Porteremo i nostri militari a quasi 3000, manderemo più carabinieri per l'addestramento delle forze di polizia, aumenteremo l'impegno per l'addestramento delle forze dell'esercito, manderemo 3 elicotteri con 34 uomini, manderemo apparecchi di trasporto, aumenteremo la nostra partecipazione a fatti culturali». Infine il premier ha detto di «pensare prima di tutto ai suoi cittadini, magari anche rallentando certe opere pubbliche che erano in programma, perché la cosa più importante è nessuno sia lasciato indietro».