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Assedio dei no global Morto un manifestante

Gli scontri nella City

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La notizia arriva da Scotland Yard poco prima della mezzanotte: è morto uno dei manifestanti anti G20 a Londra. Sempre secondo la polizia britannica la causa della morte sarebbe un collasso cardiaco. È la tragica chiusura di una giornata di tensioni e scontri nel cuore della capitale britannica dove comincia il G20 e come sempre in occasione di vertici mondiale si radunano anche tutti i gruppi che vogliono manifestare il proprio dissenso nei confronti delle politiche dei «grandi» del mondo. Ieri mattina la polizia era pronta ad affrontare le proteste contro il G20. Ciò nonostante ieri la City ha vissuto in stadio d'assedio per alcune ore. Con scontri che hanno portato all'arresto di 24 persone. E pensare che le manifestazioni erano cominciate come un grande carnevale, con cornamuse, maschere ed un clima di festa. I quattro Cavalieri dell'Apocalisse (ognuno di loro era a capo di un corteo ndr) erano partiti alle 11 da altrettante stazioni ferroviarie del centro della città e avevano raggiunto senza grossi problemi la loro destinazione finale, la Banca d'Inghilterra, dove per circa un'ora, circondati da polizia, moltissimi fotografi e telecamere, avevano dimostrato pacificamente contro la guerra, il problema della casa, i crimini della finanza ed i cambiamenti climatici. Nella folla anche tantissimi «estranei»: banchieri in pausa pranzo, pensionati e gente di ogni tipo che, spinta dalle preoccupazioni per l'attuale crisi economica, aveva deciso di unirsi ai manifestanti, curiosa di conoscere le loro motivazioni. Un'altra manifestazione intanto prendeva corpo pochi isolati più a nord, nei pressi della stazione ferroviaria di Liverpool Street, dove centinaia di ambientalisti di Climate Camp - il gruppo responsabile in passato delle azioni di protesta contro l'espansione dell'aeroporto di Heathrow - avevano organizzato un sit in di fronte agli uffici della European Climate Exchange, una sorta di «borsa» dove i paesi europei si scambiano le emissioni di anidride carbonica in modo da rispettare le loro quote nazionali. Appuntamento nel centro di Londra, invece, per i gruppi pacifisti Stop the War, Campaign for Nulear Disarmament, Palestine Solidarity Campaign e dalla British Muslim Initiative. Sfilata dall'ambasciata statunitense a Grosvenor Square fino a Trafalgar dove circa 5.000 persone (secondo le stime degli organizzatori) hanno ascoltato i comizi di diversi esponenti del movimento pacifista. La polizia, ansiosa di evitare che le varie manifestazioni si mescolassero e che i dimostranti si disperdessero tra le strade della City, all'inizio ha preferito mettere in atto la sua usuale tattica contenitiva, isolando i vari gruppi di dimostranti e impedendo a quelli nei pressi della Banca d'Inghilterra di spostarsi. Verso le 14.00, quando per le strade della City si contavano circa 4.000 persone, è scoppiato il caos: una ventina di manifestanti dal volto coperto è riuscita a penetrare in una filiale della Royal Bank of Scotland nei pressi della Banca d'Inghilterra distruggendo l'interno. Un'azione che ha obbligato gli agenti in tenuta antisommossa, protetti da scudi, ad intervenire entrando nella banca. A quel punto la tensione è inevitabilmente aumentata. I circa 3.000 dimostranti bloccati nei pressi della Banca d'Inghilterra hanno cominciato a prendere di mira la polizia gettando lattine, frutta e farina contro gli agenti. Alcuni manifestanti sono rimasti feriti negli scontri terminati intorno alle 15.30 quando la maggior parte dei dimostranti è riuscita ad attraversare i cordoni della polizia. Il bilancio finale è stato di 24 arresti (undici persone sono state fermate a bordo di un veicolo blindato con indosso uniformi false della polizia) e qualche ferito lieve.

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