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I sindacati: ora misure a tutela dei lavoratori

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Decisionie concretezza. È quanto si aspetta il mondo dell'economia e del sindacato dal vertice di Londra. Le prospettive sull'occupazione delineate ieri dal presidente del Consiglio Berlusconi di solito ottimista, sono arrivate come una doccia gelata. E ora davvero si guarda al summit del G20, con la consapevolezza che occorre uscire con un pacchetto di misure concordate e efficaci. Ieri i leader di Cisl e Cgil, Bonanni e Epifani e il capo del dipartimento internazionale della Uil Cinzia Del Rio, hanno cincontrato insieme alle confederazioni internazionali, il premier britannico Gordon Brown. la richiesta è che il G20 si occupi anche di persone e non solo di banche e finanza. «Abbiamo chiesto una cosa fondamentale - ha spiegato Epifani all'uscita da Downing Street - che il tema del lavoro sia più centrale nel documento finale. C'è bisogno di maggior coordinamento di regole per la finanza, certo. Ma bisogna ripartire dalla condizione delle persone, lavoratori e pensionati». Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha invece chiesto a Gordon Brown che i leader delle maggiori economie del mondo s'impegnino per dare alle persone «lavoro pulito, lavoro verde» e che si possa garantire «più sostegno al reddito dei lavoratori che lo possono perdere». «Chiediamo - ha proseguito - un nuovo ordine sulla vicenda finanziaria. Mai più la finanza deve poter disporre di cose che solo i governi legittimi dei vari paesi possono disporre. Un ordine nuovo significa regolare davvero diversamente la finanza». Non solo. I sindacati hanno chiesto di partecipare ai lavori di riforma del Fondo Monetario Internazionale. «Noi - ha concluso Bonanni - abbiamo chiesto con forza che il sindacato, e l'Oil (Organizzazione Internazionale del Lavoro, ndr) per esempio, partecipi ai summit in modo tale da portare la voce dei lavoratori di tutto il mondo. È importante che i governi si aprano a questa nostra richiesta». Grandi attese anche dalal Confindustria. «Il G20 dovrebbe prendere una decisione forte contro il protezionismo» chiede il presidente Emma Marcegaglia. Gia in occasione dell'ultimo summit di Washington, ha ricordato il leader degli industriali, c'è stata una presa di posizione nei confronti del protezionismo ma «poi è andata diversamente e oggi ci troviamo con i primi segnali di protezionismo strisciante in alcuni paesi». La crisi attuale, ha detto Marcegaglia, è «profonda e globale e quando se ne uscirà ci sarà un mondo diverso». I driver della crescita mondiale, ha aggiunto la presidente di Confindustria, saranno diversi da quelli che abbiamo conosciuto fino ad oggi come l'indebitamento delle famiglie americane e l'elevata leva finanziaria. Un secondo fattore di crescita sarà connesso invece alla capacità di sfruttare mercati diversi da quelli che finora hanno rappresentato i tradizionali e più importanti canali di sbocco per le merci delle economie occidentali. In questo senso, secondo il leader della Confindustria, si deve guardare all'est europa e anche al mediterraneo: due mercati che «hanno grandi potenzialità». Il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas si aspetta che dal vertice di Londra arrivi un incentivo all'ottimismo. «Tutto quello che hannno fatto i governi occidentali è stato uno sforzo straordinario per aggredire i fondamentali della crisi come mai in passato». Adesso «la materia è sotto controllo e questo è motivo di ottimismo perchè induce a ritenere che la prossima riunione del G20 non sarà catartica ma, nel riassetto della casa comune, le sue decisioni saranno fondamentali per il ristabilimento della fiducia collettiva». L.D.P.

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