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Tracollo in Borsa, le notizie dagli Usa seminano il panico

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Pertutta la giornata l'attenzione è stata puntata sul settore dell'auto dopo l'abbandono dell'amministratore delegato della General Motors Richard Wagoner e del presidente della Peugeot Christian Streiff. Le difficoltà del settore sono state confermate proprio dalle dichiarazioni di Obama anche se il presidente ha rimarcato che il governo non lascerà scomparire l'industria dell'auto. Ma questo non è bastato a temperare le dichiarazioni sul rischio di fallimento dei due gruppi. I titoli del settore auto in tutta Europa sono sprofondati tirando al ribasso tutti i listini. È stata una ecatombe. Nel giro di una giornata nel Vecchio Continente sono stati bruciati 127 miliardi di euro sulla scia della debacle di Wal Street. I risultati a fine contrattazioni sono un bollettino di guerra: Londra -3,49%, Parigi -4,27%, Francoforte -5,10%, Madrid -4,12%. Milano si è aggiudicata la maglia nera, dopo che nei giorni scorsi aveva segnato una ripresa. Il Mibtel ha ceduto il 5,31% e lo S&P/mib il 6,57%. Sulle Borse poi sono piovute le vendite sui titoli bancari e finanziari a causa, in parte, di prese di beneficio dopo i rialzi delle ultime sedute. La flessione ha colpito quei titoli più favoriti nei giorni scorsi. Hanno pesato anche, in parte, le nuove preoccupazioni arrivate dalla Spagna dove nel week-end è stata nazionalizzata la prima banca, la cassa di risparmio della Castilla la Mancha travolta da un buco di tre miliardi di euro. Così a Piazza Affari, Unicredit ha ceduto il 12,58% finale a 1,147 euro, Intesa SanPaolo il 9,63% a quota 1,97 euro. Ancora peggio ha fatto il Banco Popolare, che ha perso il 12,85% a 3,085 euro. Molto deboli anche Monte dei Paschi (-9,36% a 0,99 euro), Banca popolare di Milano (-5,81%) e Mediobanca (-5,60%), con Generali tra gli assicurativi in calo finale del 5,47% a un prezzo di 12,78 euro. Fiat ha perso quota 5 euro chiudendo in calo del 9,35%. Sul Lingotto hanno pesato le parole del presidente Obama che ha acceso semaforo verde all'alleanza Chrysler-Fiat ma ha dato un mese di tempo per rivedere i termini dell'accordo. Per vedere il segno più, bisogna guardare a Iride (+5,15%) e Enia (+4,9%) che hanno brindato al via libera alla fusione delle due utility. Progresso record anche per Seat Pagine Gialle (+151%) nel primo giorno di aumento di capitale anche se le ragioni del boom sono soprattutto tecniche. Male invece Tiscali (-20,02%) dopo la pubblicazione dei conti venerdì scorso che si sono chiusi con una perdita di 242,7 milioni e che hanno portato il capitale a ridursi di oltre un terzo.

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