Sinistra & Giornali, lamenti inutili
E ancora: dove è finita la libertà di stampa nel nostro Paese? Se debbo essere sincero, penso proprio il contrario: che cioè non ci sia mai stata tanta libertà di pensiero come oggi anche perché continuano a essere in edicola giornali che rappresentano partiti che non hanno più voce in Parlamento. Come faccio a sostenere questa tesi? Cerco di dimostrarlo con i fatti. Prendiamo la Rai: è stato appena nominato, presidente Paolo Garimberti, con parere plebiscitario della Vigilanza bicamerale guidata da Sergio Zavoli del Pd (37 voti favorevoli su 37 commissari presenti). Intendiamoci, non considero affatto Garimberti un giornalista di parte ma, fino a prova contraria, proviene da Repubblica, che notoriamente è un giornale di...destra, ed è stato indicato da Franceschini. Lo stesso segretario del Pd aveva in precedenza designato de Bortoli che ha, però, declinato l'offerta: è approdato ieri al Corriere della Sera. Ferruccio è un mio grande amico, abbiamo fatto assieme la gavetta in via Solferino ed è un ottimo professionista «super partes». Ma il problema è che, qualche anno fa, dovette lasciare la direzione del quotidiano perché, dissero allora, ci furono, soprattutto, pressioni di Berlusconi. Eppure lo stesso Cavaliere non ha oggi mosso un dito per impedire, prima, la scalata di de Bortoli alla Rai e, dopo, la seconda elevazione, prossima ventura, al soglio del Corriere in sostituzione di Paolo Mieli (colui che, nel 2006, si era distinto per il suo «outing» a favore di Prodi). Così come c'è stata, sempre ieri, la «fumata bianca» per Gianni Riotta (che arrivò al Tg1 con il «placet» dello stesso Prodi) che prende il posto di Ferruccio al Sole 24 Ore. Considerando che de Bortoli, nel frattempo, non si è di certo «berlusconizzato», delle due, l'una: 1) erano piuttosto infondate le voci che parlavano dello zampino del Cavaliere (ma il direttore non venne anche querelato da D'Alema?) dietro al suo allontanamento; 2) magari ci troviamo di fronte a un governo molto più tollerante del passato: chi parla più di editti bulgari? Basta guardare lo spazio che viene oggi concesso dalle reti di Stato ai vari Santoro e Travaglio. E, allora, di cosa stiamo parlando? I vertici del centrosinistra non hanno, in verità, molte cartucce a disposizione per sostenere i loro convincimenti sull'informazione monopolizzata dal centrodestra. Semmai, è vero proprio il contrario. Non è un caso che i vertici del Pd insistano poi a tirare in ballo il solito discorso del conflitto d'interessi sulle reti Mediaset, che fanno capo alla famiglia del presidente del Consiglio. Peccato solo che, quando ne ebbero la possibilità, in particolare con il governo D'Alema, quegli stessi vertici lasciarono perdere l'occasione per mettere davvero ordine in quel settore. Per concludere, mi viene un dubbio, anzi me vengono due: che certa stampa radical-chic continua a perdere copie perché non ha il polso del sentimento comune della maggioranza degli italiani e che, proprio perché ha i grandi giornali che gli sarebbero contro, il governo Berlusconi finisce, paradossalmente (ma non troppo), per rafforzarsi.