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Fassino: noi pronti per dialogare sulle riforme

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«Berlusconi vuole avviare una stagione di riforme? Noi siamo qui, disponibili, non ci siamo mai tirati indietro. C'è la bozza Violante da cui partire ma non vuol dire che sia vincolante. Quanto ai temi economici, non può farmi che piacere che Berlusconi usi un linguaggio che appartiene al Pd e alla sinistra ma poi dalle enunciazioni bisogna passare ai fatti». È un'analisi molto lucida quella di Piero Fassino, niente affatto emotiva per il rimbalzo delle immagini del congresso del Pdl che da tre giorni domina sulle televisioni oscurando la sinistra. Allora, quali sono le sue impressioni a caldo di questo congresso? «Va ricordato che nasce un grande partito conservatore perchè prima è nato un grande partito democratico, il Pd. La scelta di oggi conferma quanto la nascita del Pd abbia contribuito a cambiare e a semplificare la geografia politica italiana. Per ciò che riguarda la piattaforma politica non mi pare ci siano sostanziali novità rispetto al programma già enunciato in campagna elettorale. Semmai è emerso fin da ieri, con l'intervento di Fini, che ci sono nodi culturali e programmatici non risolti come la diversa impostazione sul tema della riforma istituzionale e la divaricazione sul tema della laicità. Il partito conservatore è nato ma adesso bisogna giudicarne la consistenza e l'efficacia alla luce delle cose che farà». Non è arrivato il momento del dialogo sulle riforme? «Noi siano sempre stati aperti al confronto e alla ricerca di soluzioni e in particolare ricordo che c'è una bozza di riforma, quella di Violante, che potrebbe essere la base di partenza già oggi per un confronto in Parlamento. Però c'è la contraddizione di chi dice che vuole fare le riforme anche insieme all'opposizione e la pratica di questi mesi che ha visto la maggioranza mortificare il Parlamento, impedire qualsiasi confronto blindando ogni provvedimento con i voti di fiducia e i decreti. Non ci siamo mai rifiutati di discutere di riforme, è la destra che è ambigua, invoca il confronto ma poi assume comportamenti che lo rendono impraticabile». Berlusconi chiede più poteri per il premier, che ne dite? «Non è questo un motivo di conflitto giacchè nella bozza Violante sono previste misure di rafforzamento dei poteri del premier ma contemporaneamente si prevede il rafforzamento degli istituti di controllo del Parlamento sul governo come avviene negli Usa. Di questo Berlusconi non ha parlato, lui vuole più poteri per sè ma nessuna forma di controllo del Parlamento». Proponte quindi di cominciare il dialogo dalla bozza Violante? «Non è una condizione vincolante la bozza Violante ma dimostra che su molte riforme si può realizzare una convergenza». Il premier propone di arricchire la Costituzione; si può cambiare la Carta? «È una formulazione generica che trova d'accordo tutti; si tratta di vedere come». Siete pronti a sedervi attorno a un tavolo con Berlusconi? «Non si tratta di trovare un tavolo. C'è una sede che è il luogo del confronto e che è il Parlamento con la Commissione affari Costituzionali. Se si vuole aprire una stagione costituente si rimetta in moto questo percorso parlamentare". I ministri economici del Pdl parlano di economia sociale di mercato e centralità dell'uomo e del lavoro. Non erano vostri valori? «Mi rallegro che Berlusconi usi un linguaggio che appartiene al Pd e alla sinistra più che alla destra e per questo però chiedo che ci sia coerenza tra parole e fatti. I fatti ci dicono che si sono ridotte le tutele per i precari, le risorse per le famiglie povere e le tutele per la sicurezza sul lavoro». Ora che i vostri valori sono entrati nel Pdl non vi sentite messi nell'angolo? «Il contrario. Visto che ci si vuole misurare con i nostri valori, incalzeremo il governo perchè faccia politiche coerenti».  Ma se, come dite, Berlusconi fa solo annunci e niente fatti, come mai i sondaggi danno il Pdl al 42%? «Con la crisi crescono le inquietudini e la società cerca rassicurazioni. Berlusconi con continui annunci dà questa rassicurazione e nel breve operiodo raccoglie anche il consenso. Però poi conteranno i fatti». Non è che il Pdl è più compatto del Pd? «La compattezza del Pdl è spesso presunta come si è visto dalle divaricazioni con Fini sul testamento biologico. E poi il Pdl è un partito in cui decide uno solo ma non è questa la ricetta per fare più in fretta».

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